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Nell’anno in cui il personaggio di Diabolik,  creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani nel 1962,  compie 60 anni, la Commissione Cultura del Comune di Massagno, in Canton Ticino, nell’ambito del festival Tutti i colori del giallo, propone una mostra dedicata al celebre eroe nero che ha superato in edicola i 900 numeri della serie a fumetti ed è una delle collane più lette ed amate di tutti i tempi.

L’idea dell’esposizione  Novecento Diabolik. Sessant’anni e mille storie del Re del Terrore,  curata da Davide Barzi, fino al 22 maggio presso il Salone Cosmo di Massagno, nasce dall’estrema modernità del personaggio che non sembra invecchiare nel tempo e che viene usato come modello narrativo da diversi tipi di media.

Diabolik, infatti, è stato un protagonista di film, cartoni animati, campagne pubblicitarie, giochi, animazioni, ha persino fatto da testimonial di auto come la Jaguar ed è una grande icona pop.

Ma qual è la storia di Massagno?

Le origini delle comunità di Massagno e della sua frazione di Gerso risalgono senz’altro al lontano Medioevo, infatti fu verso il 1000 che si rileva il primo accenno sul borgo del Canton Ticino, in occasione di un capitolo della plebana di San Lorenzo.

I canonici avevano diritto di primizie nelle varie terre e si chiamarono quindi in causa i contadini di Massagno, che dovevano dare ai canonici di San Lorenzo il “primitiam vini et bladi”.

Un atto di vendita, firmato a Lugano il 1 aprile 1264, indica come testimone in una causa un “Jacopus filius Johannis de Masagnio” e in uno del 1270 si parla di “Masaritium”, una masseria che comprendeva appezzamenti in Cresperam, Cresperola, Pro e Visizanum.

Il 7 maggio 1298 si parla dei terreni di proprietà di “Biàsolum de Masagnio”

Quando, verso il 1600, scoppiò una terribile pestilenza, Massagno fu ridotta a pochi abitanti, che fecero voto di recarsi ogni anno, per nove giorni consecutivi, nelle fredde mattinate della fine di gennaio, alla cappella della Madonna di Pasquee, che divenne poi l’oratorio della Madonna della Salute.

Nel 1655, Pietro Solaro di Gerso, ricco mercante di seta e lana a Venezia, lasciò nel suo testamento i mezzi per costruire l’oratorio di Sant’Antonio a Gerso e Bernardino Stazio di Massagno, ricco mercante di lana a Venezia, fec erigere, nel 1644, il nuovo convento di Val Genzana, oggi un convento dei Cappuccini, poiché i frati avevano dovuto abbandonare il convento di Sorengo.

Lo stemma di Massagno riproduce le caratteristiche del borgo, la vista sul lago, gli antichi boschi di castagno e il sole caldo estivo.