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Cento anni del tempio della velocità della Lombardia, noto per un gran premio di F1 che è diventato leggendario…

Il primo disegno dell’Autodromo di Monza risale al gennaio 1922, per  celebrare i venticinque anni dell’Automobile Club di Milano e rilanciare l’industria automobilistica italiana.

Scartate le ipotesi di locare l’impianto a Gallarate o alla Cagnola si decise l’ubicazione nel Parco di Monza attorno alla Villa Reale e cosi nacque il terzo circuito permanente sportivo al mondo, dopo Brooklands del 1907) e Indianapolis del 1909.

Nel maggio 1922 incominciano i lavori di realizzazione dell’impianto che dureranno cento giorni e l’inaugurazione del 3 Settembre 1922 vide una gara per vetturette.

Il tracciato comprendeva due piste da percorrere alternativamente,  uno stradale di 5500 m ed un anello di alta velocità lungo 4500 m con due rettilinei di 1070 metri ciascuno e due curve sopraelevate appoggiate su terrapieno, con un rettilineo in comune.

Nel corso del Gran Premio d’Italia e d’Europa del 1928 si fu il primo grave incidente nella storia dell’automobilismo italiano, dove il pilota Emilio Materassi e ventisette spettatori persero la vita e,  per motivi di sicurezza, tra il 1929 e il 1931 si disputarono gare soltanto sul catino.

Altri incidenti mortali tra il 1932 e il 1933 spostarono le edizioni del GP dal 1934 al 1938 sul circuito Florio, un tracciato di circa 6680 m ottenuto mediante un vialetto la sopraelevata sud con buona parte del circuito stradale.

La prima ristrutturazione avviene nel 1938, dove le curve sopraelevate del catino videro l’abbattimento, oltre a  nuove strutture per il pubblico e, all’ingresso sul rettilineo principale, c’erano due nuove curve ad angolo retto chiamate, per via della pavimentazione, curve in porfido.

Nel 1955 ci fu la seconda ristrutturazione, con la ricostruzione del catino e la sostituzione delle due curve in porfido con una curva unica, a lieve inclinazione trasversale, nota come la Parabolica, dal 2021 intitolata ad uno dei migliori protagonisti dell’automobilismo italiano, Michele Alboreto.

Il battesimo dell’impianto ristrutturato avvenne con il Gran Premio d’Italia del 1955

In quello stesso anno, durante una sessione di prove private, alla curva del Vialone  mori Alberto Ascari e quella curva, poco tempo dopo, fu intitolata al grande pilota.

Nel 1957 e 1958 venne organizzata la 500 Miglia di Monza – Trofeo dei Due Mondi, che raggiunse la media di 284,916 km/h, consacrando Monza come il circuito più veloce del mondo.

Con il 1959 ci fu la realizzazione di un tracciato più breve per le Formula Junior, che vede dopo i box un raccordo dall’andamento sinuoso che si va ad allacciare subito dopo l’uscita della Ascari.

Dal 1961 la Formula 1 abbandonò il catino e, dopo gli incidenti mortali di Von Trips e Rindt, nel 1961 e 1970, vennero ideate tre chicane, che poi diverranno permanenti, note come la Variante del Rettifilo , successivamente Variante Goodyear e Variante Schumacher, la Variante della Roggia e la Variante Ascari.

In seguito ai lavori di rimodernamento delle strutture già richiesti dalla FIA, negli ultimi venticinque anni il circuito di Monza ha subito alcune variazioni che lo hanno portato all’aspetto attuale di 5793 metri.

Nonostante i cambi in cento anni, il Tempio della Velocità mantiene intatto il suo fascino, che passa attraverso tragedie e giorni di gloria, simbolo del rapporto tra automobili, piloti e pubblico.