Veronica Raimo con Niente di vero, edito da Einaudi, si aggiudica il premio Viareggio – Rèpaci 93esima edizione nella sezione Narrativa.
La scrittrice, già vincitrice del Premio Strega Giovani 2022, ottiene il prestigioso riconoscimento narrando la vita di una giovane donna che usa l’ironia tra le nevrosi, il sesso e i disastri familiari.
Agli altri due finalisti della sezione Narrativa, Vanni Santoni con la sua storia che ruota attorno al Bene e al Male La verità su tutto, edita da Mondadori, e a Elena Stancanelli con la sua opera con protagonista Raul Gardini Il tuffatore, edita da La Nave di Teseo, è andato il premio Giuria Viareggio.
Fu nel 1929 che Leonida Repaci, autore della monumentale Storia dei fratelli Rupe, decise di ideare un nuovo premio letterario.
Alla festa di inaugurazione del Viareggio parteciparono Luigi Pirandello e Massimo Bontempelli e la prima edizione del premio venne vinta a pari merito da Lorenzo Viani con Ritorno alla patria pubblicato dalla Alpes, la casa editrice di Benito Mussolini e Anselmo Bucci con Il pittore volante, della casa editrice Ceschina.
Ma questo non fu sufficiente a fermare la rabbia del regime per un premio che, per volontà di Repaci, era dichiaratamente antifascista, così nel 1931 Lando Ferretti sostituì Rèpaci e nel 1934 fu il gerarca Galeazzo Ciano ad assumere la supervisione del Viareggio.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale il premio venne sospeso per poi rinascere grazie a Repaci che lo tenne in vita fino alla morte, avvenuta nel 1985.
Fin dall’inizio quasi tutte le premiazioni del Viareggio furono ricche di polemiche perché Repaci interveniva in modo pesante nelle decisioni prese dalla giuria che lui stesso nominava.
Nel 1946, ad esempio, la giuria decise di dare il premio ad Umberto Saba, ma quando il presidente venne a conoscenza che Giacomo Debenedetti aveva dato la notizia al poeta prima della premiazione, volle riconvocare la giuria e la situazione fu in stallo fino a quando non si arrivò ad un giudizio equo tra Il canzoniere di Saba e Pane duro di Silvio Micheli, entrambi pubblicati da Einaudi.
Un anno dopo tutto erano convinti che avrebbe vinto Alberto Moravia, invece il premio andò a Lettere dal carcere di Antonio Gramsci, anche se il regolamento diceva che dovevano essere premiati solamente autori viventi e il filosofo sardo era morto dieci anni prima.
Dopo Repaci il Viareggio fu guidato da Natalino Sapegno e Cesare Garboli, poi da Rosanna Bettarini fino al febbraio 2012 e le succedette alla presidenza Simona Costa, restata in carica per oltre nove anni.
Il 29 marzo 2021 è stato eletto presidente il giornalista Paolo Mieli.
Il premio è suddiviso in quattro sezioni, Opera prima, Narrativa, Poesia e Saggistica.
Per ciascuna sezione sono scelti un numero variabile di finalisti, tra i quali vengono quindi scelti cinque titoli e infine tra questi viene proclamato il vincitore.
Inoltre è assegnato dalla giuria il Premio Internazionale Viareggio-Versilia ad una personalità di grande fama che lavora in favore dell’intesa tra i popoli, il progresso sociale e la pace.