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Uno dei re del giallo e della fantascienza all’italiana…

Franco Lucentini nacque a Roma il  24 dicembre 1920, i suoi studi si conclusero con la laurea in filosofia nel 1943.

Antimilitarista, durante la leva si annoiava e, dopo aver appreso che i tempi di montaggio e smontaggio del Fucile 91 erano oggetto di competizione in tutto l’esercito, nelle ore libere si concentrò sul problema, ideando un metodo completamente diverso per farlo in minor tempo, e per questo viaggiò trionfalmente in giro di caserma in caserma.

Debuttò come narratore nel 1951 nella collana diretta da Elio Vittorini I gettoni di Einaudi con I compagni sconosciuti, seguito nel 1964 dalla raccolta di racconti Notizie degli scavi, dal cui racconto omonimo nel 2011 venne tratto un film omonimo per la regia di Emidio Greco.

Lucentini conobbe il torinese Carlo Fruttero alla fine degli anni quaranta durante un soggiorno a Parigi e i due crearono nel 1952 un sodalizio destinato a durare cinquant’anni.

Furono scrittori, traduttori, consulenti di case editrici, prima Einaudi, dove traducono Borges, Beckett, Salinger e Robbe-Grillet, poi Mondadori,, autori di radiodrammi e di cronache satiriche, curatori delle raccolte di strisce di B.C. e diressero dal 1964 al 1985 Urania, succedendo a Giorgio Monicelli.

Fruttero e Lucentini furono gli autori di La donna della domenica, pubblicato nel 1972 ma iniziato nel 1965, e di A che punto è la notte (1979), best sellers di ambientazione torinese che ebbero come protagonista il commissario Santamaria e rinnovarono il romanzo giallo italiano.

Oltre alla curatela delle antologie di fantascienza Universo a sette incognite (1963), L’ombra del 2000: romanzi e racconti di fantascienza (1965), Il passo dell’ignoto (1972) e Stella a cinque mondi (1972), e delle raccolte La verità sul caso Smith: antologia della nuova narrativa americana (1963) e Quaranta storie americane di guerra: da Fort Sumter a Hiroshima (1964), Fruttero e Lucentini scrissero Il palio delle contrade morte (1983), La prevalenza del cretino (1985), L’amante senza fissa dimora (1986), Il colore del destino (1987), La verità sul caso D. (1989), Enigma in luogo di mare (1991), Incipit (1993), La morte di Cicerone (1995), Nottambuli (2002), oltre alla raccolta di poesie L’idraulico non verrà (1971) e alla commedia La cosa in sé (1982).

Lucentini partecipa al gruppo ’63 con Notizie dagli scavi (1964), mentre Fruttero fu curatore con Sergio Solmi dell’antologia di fantascienza Le meraviglie del possibile, pubblicata da Einaudi nel 1959, e autore di Visibilità zero (1999) e di Donne informate sui fatti (2006).

Con Lucentini Fruttero curò Il secondo libro della fantascienza (1961) e Il quarto libro della fantascienza (1991).

Sempre a quattro mani tradussero il romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Stevenson e Viaggio al centro della Terra di Jules Verne.

Fra le numerose traduzioni a firma del solo Lucentini, ci sono I mandarini di Simone de Beauvoir, alcuni libri di Alain Robbe-Grillet, i Racconti di Odessa di Isaak Babel’, Finzioni e Manuale di zoologia fantastica di Jorge Luis Borges, Miti e pregiudizi del nostro tempo di Barrows Dunham, Rinascimento americano di Francis Otto Matthiessen, Jupiter, Mars, Quirinus di Georges Dumézii.

Nel 2000 Lucentini ricevette il Premio Campiello alla carriera.

Malato di tumore ai polmoni, lo scrittore si tolse la vita gettandosi dalla tromba delle scale del proprio appartamento in Piazza Vittorio Veneto a Torino il 5 agosto 2002, un gesto che ricordò a molti un altro scrittore torinese, Primo Levi.

Le ceneri di Lucentini  riposano al Cimitero monumentale di Torino e un anno dopo Fruttero riunì per Einaudi,  con la collaborazione di Domenico Scarpa, alcuni scritti del sodalizio ne I ferri del mestiere: manuale involontario di scrittura con esercizi svolti, prima di morire nel 2012.