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Non lontano da Valenza e da Casale Monferato, in quella zona del Piemonte appena oltre il Po Piemonte si trova un castello dalla bellezza unica…

Il castello di Giarole fu  costruito grazie a un diploma dato dall’imperatore Federico Barbarossa a 4 cavalieri della famiglia Sannazzaro il 4 dicembre del 1163 in cui, tra gli altri privilegi, gli  concedeva di costruire un castello dovunque volessero nei loro possedimenti.

Oggi l’edificio si trova in quella pianura ai limiti orientali del Monferrato a pochi chilometri da Casale Monferrato, compresa tra colline ricche di vigneti e di graziosi borghi medioevali e il Po, rimaneggiato per essere trasformato da castello di difesa a residenza di campagna.

Il castello mantiene ancora in parte la sua struttura originale con tre delle quattro torri d’angolo, un fossato e tracce del ponte levatoio d’ingresso.

Nel Settecento fu  ridecorata l’ala meridionale, mentre l’ala occidentale e settentrionale fu oggetto di un importante restauro nel periodo compreso tra il 1854 e il 1857, grazia a pittori torinesi quali Grosso e Morgari secondo lo stile neogotico e neo rinascimentale in voga in quel periodo.

Di notevole interesse sono le carte da parati delle camere da letto che risalgono alla metà dell’Ottocento, oltre alle sovrapporte della sala da ballo e di alcuni salotti.

Nel corso dei secoli  il castello ha ospitato i Paleologo marchesi di Monferrato nel 1300 e 1400, i Gonzaga nel 1500 e 1600, il Re Carlo Emanuele III con il figlio futuro Vittorio Amedeo III nel 1745 e il Re Vittorio Emanuele II e l’Imperatore Napoleone III nel maggio del 1859. Nel 1911 fu ospite del conte Giambattista Sannazzaro Natta S.A.R. il principe Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta durante le manovre militari del Monferrato ed è sempre stato di proprietà della famiglia Sannazzaro,  che tuttora vi risiede.

Notevole nel complesso è anche la trecentesca chiesa di San Giacomo che ospita quadri e affreschi del Cinquecento, oltre all’ingresso e il cortile interno da cui si accede al grande salone d’ingresso con i suoi affreschi neogotici.

Dal salone d’ingresso si accede all’archivio che è stato recentemente risistemato, cui segue la stanza della musica di impianto tardo settecentesco e ricca di oggetti e cimeli di famiglia.

Salendo per lo scalone principale neogotico,  si accede all’antisalone e alla sala da ballo, ricca di decorazioni ottocentesche tra cui gli affreschi della volta che ricordano la figura del fantasma del  giovane pittore torinese Grosso che qui morì, si dice vittima della sua arte.

A lato della sala da ballo sono poi visitabili la camera a fiori o camera verde, la camera blu o dei pizzi, la camera rosa e la suggestiva camera del baldacchino bianco che prende il nome da un letto francese del Settecento.

Si passa poi al guardaroba grande che mantiene il suo utilizzo originale e ospita una piccola collezione di ferri da stiro di varie epoche.

L’ultima stanza visitabile è il salottino della torre di nordovest o salottino cinese  e, attraverso le scale della torre principale o torre di vedetta,  si riscende nel cortile interno.

Uscendo si può visitare il giardino con un grande parco all’inglese e importanti alberi centenari e parte dei fondi e delle vecchie cantine.