Uno dei simboli dei turismo veneziano…
La storia della stazione di Santa Lucia a Venezia cominciò nei primi decenni del secolo XlX, infatti già nel 1823 l’ingegnere Luigi Casarin propose il collegamento tra Venezia e la terraferma tramite una strada carrozzabile, con l’interramento di una fascia di laguna.
A questo progetto ne seguirono altri, ad esempio quello di Giuseppe Picotti prevedeva che il terminal delle carrozze venisse costruito presso la scuola Grande della Misericordia, poco lontano dal centro della città.
Ma solo nel 1842 cominciarono i lavori per la costruzione della ferrovia, e fu l’imperatore Austro-Ungarico a promuovere la costruzione del ponte ferroviario Venezia-Mestre, eseguito tra il 1842 e il 1846, inserendola nel progetto di completamento di quella che sarebbe diventata la principale linea ferroviaria del Nord Italia, nota come la Venezia-Milano.
L’11 gennaio 1846 il ponte, che collegava Venezia alla terraferma, venne inaugurato con un treno imbandierato e adornato di fiori e ospite d’onore nel viaggi di inaugurazione fu il leggendario Maresciallo Radetzky.
Questo ponte, eretto su duecentoventidue archi, conteneva al suo interno quarantotto camerette colme di polvere pirica, nel caso fosse necessario farlo saltare allo scopo di difendere la città.
Però l’ingegnere Tommaso Meduna, anziché pensare ad un interramento di parte della laguna per ricavare lo spazio dove costruire la stazione, preferì far abbattere il monastero e la chiesa di Santa Lucia, da cui prese il nome la stazione , la scuola dei Nobili, la piccola chiesa del Corpus Domini, i palazzi Bragadin, Priuli della Nave, Lion e Barzizza.
La costruzione della ferrovia e della stazione vide uno spostamento del baricentro economico e anche turistico della città, con il decadimento di tutta l’area attorno al bacino San Marco, dove per secoli i turisti e le merci erano arrivate via mare e l’accesso principale era stato l’area Marciana, mentre tutti coloro che arrivavano dalla terraferma si imbarcavano a Mestre o Fusina e, dopo un lungo viaggio, arrivavano direttamente in Piazzetta.
A Venezia ci fu chi era entusiasta di essere collegato alla terraferma oltre a chi, invece, si lamentò e vide con rassegnazione la fine di quell’isolamento che per secoli era stato la difesa principale di Venezia.
D’altra parte già dal Settecento la città non era più la dominatrice dei mari e gli interessi economici si erano spostati, per necessità, verso il continente.
L’edificio della stazione di Venezia, come lo si vede oggi, è il frutto di un progetto nato dalla collaborazione, tra il 1936 e il 1943, dei due architetti Angiolo Mazzoni e Virgilio Vallot ma fu terminata solo nel 1954 dall’ingegnere Paolo Perilli.