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Il Forte di Bard, al confine della Valle d’Aosta, continua il suo impegno nella promozione di progetti scientifici e di ricerca legati alla montagna e al cambiamento climatico con la mostra Umberto Mònterin, di ghiaccio di sabbia  allestita, fino al 4 dicembre, nella sezione del Museo delle Alpi dedicata alle attività espositive temporanee.

Umberto Mònterin, noto come lo scienziato alpinista, è stato nella prima metà del Novecento uno dei pionieri della climatologia in Italia e dedicò tutta la vita allo studio della montagna, concentrandosi sui fenomeni meteorologici che caratterizzano l’alta quota e i ghiacciai.

Nato il 20 dicembre 1887 in  una famiglia walser nel villaggio D’Ejola a Gressoney-La-Trinité, Umberto, dopo gli studi di scienze naturali a Torino, divenne un eccellente geografo e glaciologo.

Quando nel 1925 Monterin fu nominato direttore dell’osservatorio meteorologico e geofisico del Monte Rosa, raccolse un numero impressionante di dati storici, meteorologici strumentali sulla montagna.

La parte più innovativa delle sue ricerche fu l’esplorazione delle relazioni tra le variazioni dei ghiacciai e il clima, analizzato attraverso lo studio delle temperature e delle precipitazioni, inoltre nel 1934 fece un viaggio nel Sahara, presso la parte nord-orientale del Tibesti,  dove trovò i resti geologici di epoche che ebbero un clima meno arido.

Fu anche il segretario del Comitato di Glaciologia italiano (CGI) e direttore di numerose campagne di glaciologia fino alla sua scomparsa,  avvenuta a Torino il 4 gennaio 1940.

Grazie alla collaborazione di diversi enti di ricerca e istituzioni e dei nipoti, Umberto e Marta Mònterin, che hanno concesso l’accesso agli archivi fotografici di famiglia e una serie di strumenti scientifici, la mostra vede  una selezione di immagini e documenti di grande fascino ed importanza.
Le immagini, selezionate dal fotografo Enrico Peyrot e dal curatore scientifico Michele Freppaz, mettono in luce le attività condotte dallo scienziato, come le fotografie dei pluvionivometri totalizzatori e degli Osservatori meteorologici al Col d’Olen, alla Capanna Margherita e a D’Ejola a testimonianza dell’attività di Mònterin in campo meteorologico e climatologico.

Straordinarie sono le immagini della spedizione che effettuò nel Sahara nel 1934 per conto della Reale Società Geografica Italiana, accompagnate anche dal restauro e proiezione del film di Cufra e dai campioni geologici raccolti nel corso della spedizione, ora conservati al Museo di Scienze Naturali di Torino.

In questa sezione Michele Soffiantini, esploratore degli ambienti desertici, conduce dai deserti di ghiaccio ai deserti di sabbia, mettendo in luce il valore scientifico dell’impresa compiuta da Mònterin.