Per gli indiani d’America l’arrivo dell’autunno vedeva una serie di novità nella vita delle tribù che popolavano quelle terre.
Ad esempio i Lakota avevano un sistema per scandire il passaggio del tempo, seguendo il trascorrere delle stagioni mediante uno schema che portava i nativi a assecondare le volontà della natura invece che lottare contro di essa.
La tribù dei Lakota infatti, come tutti i nativi americani, viveva in rapporto ai cicli stagionali per questo durante ogni periodo dell’anno erano previste attività differenti e in autunno molte erano legate al mondo del bufalo o bisonte americano.
All’inizio del diciannovesimo secolo grandi mandrie di bufali, appropriatamente chiamati bisonti americani, vagavano per le Grandi Pianure e esistevano oltre 50 milioni di bufali, forse 75 milioni.
Un certo numero di resoconti descriveva le enormi mandrie, ad esempio Lewis e Clark commentarono nel 1806 che in quello che in seguito divenne il South Dakota “la moltitudine in movimento … oscurava l’intera pianura”.
Altri hanno scritto che, osservando una mandria da lontano, sembrava che la prateria fosse in movimento e il maggiore dell’esercito Richard Dodge disse nel 1871 che ci erano voluti cinque giorni per far passare un branco di bufali.
Il bufalo era al centro dell’economia indiana delle pianure e del loro mondo spirituale anche nel ventesimo secolo, dato che forniva la carne per l’inverno, pelli per vestiti e riparo, vesciche per borse, bile e sangue per vernici, ossa per utensili, escrementi per combustibile e calore e teschi per cerimonie sacre.
Anche se pesavano quasi 2000 libbre ciascuno, i bufali erano sorprendentemente agili e veloci e in realtà erano molto più adattabili al mondo della prateria rispetto al bestiame domestico, oltre che a condizioni meteorologiche più estreme.
I bufali oggi vivono in gran parte del Nord America, ma verso la metà del diciannovesimo secolo la loro zona si estendeva dal Texas occidentale verso nord attraverso l’Alberta, in Canada e ad ovest dal fiume Mississippi alle Montagne Rocciose.
Durante il periodo del Ptanyétu o le Lune del cambiamento i Lakota si preparavano per l’inverno, il cibo era raccolto e stipato, le donne lavoravano la carne di bufalo che gli uomini avevano cacciato, e si stoccano pezzi di carne secca nelle ceste sottoterra dove in estate erano conservate frutta e altri semi, mentre grandi quantità di legna da ardere venivano immagazzinate per scaldare nelle fredde giornate.
Le lune dell’autunno indiano erano note come Canwápegi Wi o Luna delle foglie marroni, Canwapekasna Wi e Luna del vento che scuote le foglie e Waníyetu Wi o Luna del cervo in amore.