Il Festival delle Migrazioni tornerà a Torino per la quarta edizione dal 27 settembre al 2 ottobre e anche quest’anno si svolgerà in vari luoghi della città, tra l’ex Cimitero di San Pietro in Vincoli, la Scuola Holden, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, le sedi di Pastorale Migranti e Valdocco e il Giardino Pellegrino a Borgo Dora.
Il tema delle migrazioni, affrontato nelle sue possibili declinazioni, sarà al centro di sei giorni tra dibattiti, proiezioni, incontri, spettacoli teatrali e concerti, tutti ad ingresso gratuito.
Aprirà il festival Cecilia Sala, giornalista e autrice del podcast Stories, attraverso il quale racconta una storia dal mondo ogni giorno, con un incontro sul rapporto tra guerra e informazione coordinato dal documentarista Davide Demichelis.
Insieme a Emanuele Giordana, inviato di guerra, e Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, si traccerà una mappa dei conflitti, oltre a un approfondimento con i corrispondenti Antonella Napoli, Enzo Nucci, Tiziana Ferrario e Nico Piro sulla situazione politica di alcuni paesi per cercare di comprendere e raccontare una parte importante di flussi migratori.
Con le giornaliste Patrizia Fiocchetti e Antonella Sinopoli, la pastora valdese Daniela Di Carlo e la testimonianza di Sapeda, attivista afghana si parlerà delle donne nei luoghi di conflitti, tra storie di resistenze e pratiche di pace.
La deontologia della narrazione, cioè quale sia il compito dell’informazione nella diffusione di percezioni e narrazioni su guerre e migrazioni, sarò il tema dell’incontro con Anna Meli, Paola Barretta, Valerio Cataldi e Stefano Talli.
Due gli incontri realizzati in collaborazione con Torino Spiritualità, Torino città del dialogo, sulle criticità e risorse di una molteplice convivenza, che si definisce anche attraverso l’incontro interreligioso, con Valentino Castellani e Gianna Pentenero, mentre di vite spese a prendersi cura degli altri discutono Cecilia Strada e l’ex magistrato e saggista Gherardo Colombo, in dialogo con il curatore di Torino Spiritualità Armando Buonaiuto.
Confermato anche in questa edizione un appuntamento molto amato dal pubblico, quello della Cena delle cittadinanze: una lunga tavolata allestita nel cortile di San Pietro in Vincoli sarà l’occasione per condividere il cibo portato da casa o i piatti proposti dalle cucine dal mondo presenti al festival, vivendo l’emozione di una cena tutti insieme.
Uno spazio sarà dedicato anche alla musica, con i concerti di Baba Sissoko, artista e compositore del Mali, della giovane cantautrice di origine marocchine Rania Khazour e della reggae band Woolers.
Tornano gli appuntamenti cinematografici, a cui è dedicata la serata di mercoledì 28 settembre dove al Polo del ‘900, in seguito alla premiazione dei vincitori della Call Sguardi 2022, è previsto un incontro in collaborazione con ZaLab e la proiezione di No Hard Feelings (Future Drei) di Faraz Shariat, in collaborazione con il Lovers Film Festival.
Il festival dialoga anche con l’arte attraverso la mostra E coglieremo i saperi delle nostre resistenze, in corso alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, prima personale in Italia della peruviana Daniela Ortiz tra dipinti, ricami e installazioni per raccontare le Resistenze delle donne nei luoghi post bellici e coloniali.
Presso San Pietro in Vincoli sarà possibile visitare anche Migrazioni e nuove narrazioni a cura di Engim Internazionale, Uno sguardo sul Mediterraneo a cura di Sos Mediterranee e La foresta ha orecchie, il campo ha occhi a cura di Guerrilla Spam e Masré, progetto vincitore della Call Sguardi 2022.