Il periodo dell’autunno, con le foglie di mille colori, è il momento perfetto per gustarsi un bel cartoccio di caldarroste…
La castagna, frutto del castagno , è indicata da una serie di studi su reperti fossili, come una pianta la cui origine si può far risalire a un ceppo di circa 10 milioni di anni fa, arrivato ai giorni nostri dopo aver superato perfino le glaciazioni.
Nell’antichità la castagna era molto conosciuta in Grecia, quando fu studiata anche da Ippocrate, e a Roma, quando compare in diverse ricerche e opere letterarie di importanti scrittori e poeti.
Virgilio, ad esempio, racconta che con le sue foglie si facevano materassi, mentre Plinio il Vecchio attribuisce l’origine della coltura del castagno all’Asia Minore e parla delle castagne anche dal punto di vista culinario.
Con la conquista di nuovi territori da parte dell’Impero Romano la coltivazione del castagno venne introdotta in tutta l’Europa centro-meridionale arrivando fino al Portogallo e l’Inghilterra.
In seguito le castagne ebbero un ruolo di prima importanza nell’alimentazione europea durante il Medioevo e anche in Età Moderna, quando i boschi ed i castagneti cominciarono ad essere regolamentati e protetti.
Ma il gustoso frutto non comparve solo sulle tavole dei ricchi, ma rappresentò un importante ingrediente della dieta montanara, dov’era impiegato nella preparazione di zuppe e pane e fu in grado di sfamare generazioni di famiglie povere.
La farina di castagne, che poteva essere macinata a casa, divenne importante anche in periodi di guerre e carestie, quando sostituiva la mancanza di cereali, nutrendo le famiglie davanti all’insufficienza di altri prodotti alimentari.
Questo frutto era talmente importante che, così come il grano, diventò merce di scambio e di pagamento.
In Italia fino alla metà del secolo scorso le castagne ebbero molta importanza anche dal punto di vista economico, infatti rappresentavano poco meno del 50% di tutta la produzione frutticola della nazione ed erano anche esportate, oltre ad avere ancora un ruolo significativo nell’alimentazione e nelle tradizioni di buona parte della popolazione di montagna.
Con gli anni l’importanza della castagna e dei castagneti nella vita delle comunità di montagna iniziò a ridursi e l’accelerazione dell’industrializzazione portò la gente ad abbandonare l’area rurale e a cercare una vita migliore in città, dove le castagne non avevano la stessa importanza e lo stesso ruolo.
Oggi, a ricordare la loro storia, c’è la castagnata, un grande appuntamento autunnale di molti borghi italiani, caratterizzata principalmente da una distribuzione di castagne arrostite in piazza, servite nel classico cartoccio.
In Europa legata alla castagnata è il Magosto, una festa popolare delle Asturie ma la tradizione e diffusa in molte parti della Spagna, come in Catalogna, che si festeggia tradizionalmente il giorno di Ognissanti, anche se si tende a spostarla tra l’ultimo di ottobre e il primo di novembre.
Come era tra i celti con i Samhain, la castagnata catalana proviene da un’antica festa rituale e funeraria, dove si mangiano castagne, panellets, patate dolci e canditi, mentre la bevanda tipica è il moscato.
In molti luoghi della Spagna, il giorno di Ognissanti, i pasticceri organizzano una lotteria di panellets e canditi.
Ci sono varie teorie sull’origine del termine galiziano magosto, potrebbe derivare da Magnus Ustus, cioè il grande fuoco, e Magum Ustum, per far risaltare il carattere magico della festività.