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Il Sacro Monte di Varallo, su uno sperone roccioso che domina l’omonimo borgo, è il più antico tra i Sacri Monti edificato tra le valli piemontesi e lombarde.

L’idea di un percorso spirituale con stazioni, chiese, statue e cappelle, che ricordasse i luoghi sacri della Terra Santa, nacque nel 1481, quando il frate Benedetto Caimi decise di creare un luogo di pellegrinaggio facilmente raggiungibile e soprattutto sicuro per i fedeli che volevano raccogliersi in preghiera, senza dover affrontare i pericoli legati ad un viaggio pieno d’insidie tra Gerusalemme e la Palestina.

Questo desiderio era molto diffuso all’epoca, anche in altre parti d’Italia,  grazie ad altri religiosi, come Pietro Bianco da Durazzo e Bernardino da Siena, ma l’idea di Caimi non era di edificare una chiesa che ricordasse la Basilica, ma di creare un pellegrinaggio alternativo alla Terra Santa.

Nel 1486, ricevuto il benestare delle autorità ecclesiastiche e sostanziose donazioni dalle famiglie più nobili della zona, il frate francescano poté dare inizio ai lavori di costruzione della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, adiacente al convento, e alle prime cappelle del Sacro Monte.

In cinque anni, vennero terminate le cappelle del Santo Sepolcro, dell’Ascensione e della Deposizione e alla morte di Bernardino Caimi, avvenuta nel 1488, il Sacro Monte era già meta di importanti pellegrinaggi e luogo di devozione popolare.

A partire dai primi anni del Cinquecento, la realizzazione delle opere del complesso fu affidata a Gaudenzio Ferrari, pittore, scultore e architetto dell’epoca,  che progettò diverse cappelle, dipinse numerosi affreschi e scolpì diverse statue lignee e in terracotta.

Negli anni successivi, i lavori proseguirono con la direzione di Galeazzo Alessi, che modificò la disposizione delle cappelle, per dare un ordine cronologico agli eventi, non legato ai luoghi della Terra Santa, in modo da permettere ai pellegrini di seguire gli eventi raccontati dalle opere artistiche.

L’importanza del Sacro Monte di Varallo crebbe nel tempo, grazie al profondo interesse di San Carlo Borromeo, che amava recarsi in pellegrinaggio, e della Famiglia Savoia e in particolare di Carlo Emanuele I.

I lavori subirono un rallentamento verso la fine del XVI secolo, ma ripresero nel secolo successivo grazie all’interesse del Vescovo di Novara Bascapè, che fece aggiungere nuove cappelle dedicate alla Passione di Cristo, realizzate da pittori e artisti di fama internazionale.

Una delle tappe più significative fu la costruzione del Palazzo di Pilato con la Scala Santa,  basata su quella di San Giovanni in Laterano a Roma.

In questo periodo fu realizzato un piano urbanistico sulla sommità del Monte, dove le cappelle venivano integrate all’interno di palazzi, portici e piazze in stile rinascimentale e venne costruita la nuova Basilica dell’Assunta, tappa finale del percorso spirituale.

Il Sacro Monte è concepito come un sito circondato da mura e composto da vie, piazzette, giardini, cappelle e la basilica, dove le cappelle sono 44, distribuite lungo il percorso, con le scene che raccontano la storia di Gesù tramite centinaia di statue e sculture lignee e di terracotta grandi come persone, molto realistiche e d’impatto, migliaia di dipinti, affreschi e immagini sacre.

Nel piazzale maggiore del sito si trova la Basilica dell’Assunta, con una facciata di marmo bianco e. nel livello inferiore, si può ammirare la teca con la statua lignea della Madonna dormiente  opera del Gaudenzio Ferrari.

Dai vari punti panoramici del sito si possono osservare la valle sottostante con il Sesia e le Alpi con parte del Monte Rosa.

Il percorso spirituale è arricchito anche dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie situata in basso, in prossimità della salita al Sacro Monte, costruita per volere di Bernardino Caimi che custodisce al suo interno la Parete Gaudenziana, un affresco di Gaudenzio Ferrari che raffigura alcuni momenti della vita di Gesù.