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In questo mattino di fine novembre è scomparso, a 95 anni, Gianni Bisiach, uno dei giornalisti simbolo del Novecento italiano….

Gianni Bisiach era nato a Gorizia il 7 maggio 1927 e, dopo essersi diplomato nel 1946 al liceo scientifico di Gorizia, si trasferì per sei anni in Africa dove fu  ufficiale meteorologico della Royal Air Force all’aeroporto di Asmara, ricercatore con il prof. Raymond Katz al Laboratorio Geologico dell’Eritrea e geologo cercatore d’uranio in Dancalia con l’ingegnere belga Louis Astrup. 

Conseguì  due lauree in medicina e chirurgia, col massimo dei voti, alla scuola di medicina di Asmara e all’Università di Roma con specializzazioni in anestesia e radiologia.

Nel corso degli anni realizzò brevi documentari con il Cine-GUF di Gorizia, documentari in Africa e, a Roma, sceneggiature con Cesare Zavattini e con Michelangelo Antonioni.

Gianni nel 1969 realizzò il film I due Kennedy, prodotto da Angelo Rizzoli e Alfredo Bini e insignito del Premio Spoleto Cinema 1970 a pari merito con Luchino Visconti (La caduta degli dei) e Federico Fellini (Fellini Satyricon).

Nel 1972 presentò un documentario sul viaggio di Papa Paolo VI in Asia e Oceania e fu chiamato da Roberto Rossellini, presidente del Centro sperimentale di cinematografia, a coordinare i corsi e a tenere, per dieci anni, l’insegnamento di Tecniche dell’Informazione Cinematografica e Televisiva.

Ma Bisiach rimane noto soprattutto  per i numerosi servizi e inchieste giornalistiche per il telegiornale e speciali dei programmi culturali della Rai, come la rubrica Testimoni oculari e l’inchiesta in tre puntate sulle spedizioni polari del Gen. Umberto Nobile, con i dirigibili Norge e Italia.

Nel 1962 realizzò Rapporto da Corleone, la prima inchiesta sulla mafia in Sicilia con la collaborazione di Cesare Terranova  e di Felice Chilanti, Girolamo Li Causi, Michele Pantaleone, Antonino Rizzotto e Ferruccio Parri.

Nel 1962 a Parigi, con Giorgio Vecchietti e Claudio Savonuzzi, ideò il titolo Tv7 per la nuova rubrica settimanale, che avrà poi la sigla musicale di Peppino De Luca, e della cui redazione face  parte costantemente negli anni, anche come inviato speciale.

Due anni dopo fu chiamato da Walter Cronkite a seguire per un mese il suo lavoro quotidiano nel più importante telegiornale americano, CBS Evening News,  e per lo speciale XX Century.

Altre inchieste le fece sullo spionaggio, con il direttore della CIA William Colby, sull’Etiopia con l’imperatore Hailé Selassié, a Teheran con lo Scià di Persia, a Londra con i Beatles esordienti, ad Haiti con i terribili tonton macoutes, tagliatori di teste di François Duvalier, in Amazzonia con gli Indios nella foresta, all’Actors Studio con Lee Strasberg e Paul Newman, in Venezuela con il Presidente Caldera, in Perù con la pilota Hilde Goetz, a Wall Street con Franco Desideri, a Dallas con Ruggero Orlando, a New Orleans con il Procuratore generale Jim Garrison, a Le Bourget col cosmonauta Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio, a Capo Kennedy con gli astronauti del Progetto Apollo per gli sbarchi sulla Luna.

Nel novembre 1980 tenne una trasmissione speciale sul terremoto dell’Irpinia ricevendo una Medaglia d’oro del Commissario Straordinario Zamberletti, il Premio Italia della Critica Internazionale e Premio Saint Vincent di giornalismo.

Per il Tg1 ha presentato, per tredici anni, la rubrica quotidiana di grande successo Un minuto di storia, sempre con alti indici di ascolto.

Nell’ambito radiofonico fu il conduttore delle rubriche culturali per Rai Radio 1 e per 13 anni fu il capostruttura responsabile della realizzazione e conduzione della rubrica Radio anch’io.

Per il quotidiano Il Messaggero dal 1995 al 2000 ha ideato la rubrica di sintesi storica Dieci righe di storia, sui fatti relativi alla città di Roma.

Ci lascia molto, molto da imparare.