Casoncelli piattotipico 2

Molto antica è la tradizione che lega Pontoglio, in provincia di Brescia, alla festa di Sant’Antonio Abate del 17 gennaio e ai Casoncelli, dove la famiglie si ritrovino nel calore degli affetti per assaporare questo delizioso piatto lombardo.

È possibile vivere questo clima prenotando nei ristoranti o acquistando i Casoncelli presso i negozi di alimentari  di questo piccolo borgo fino al 17 gennaio, inoltre domenica 15 gennaio, dalle 12, è in programma il Gran Galà del Casoncello De.Co.

Nelle campagne Pontogliesi ci sono stati vari ritrovamenti di antichi insediamenti, tra questi spiccano le tombe barbariche, forse longobarde, risalenti al VI-VII secolo.

Durante il Medioevo il fiume del piccolo borgo assunse sempre più importanza, e per il suo controllo scaturirono numerosi scontri armati tra bresciani e bergamaschi.

Nella piana tra Pontoglio e Palosco si svolse nel 1156 la battaglia di Palosco, detta anche delle Grumore, terminata con la sconfitta dell’esercito bergamasco e la distruzione del Castello di Palosco.

Nel corso di questa battaglia il gonfalone di Sant’Alessandro fu strappato alle truppe sconfitte e portato come trofeo a Brescia nella Chiesa dei Santi Faustino e Giovita, dove ancora oggi si trova. Tra il 6 e il 7 luglio 1191 si svolse nella zona la battaglia della Malamorte, sul campo di battaglia situato nella località di Cicalino, in cui intervenne persino l’Imperatore Arrigo VI.

Lo scontro tra bresciani e bergamaschi vide ancora la disfatta bergamasca per mano di Obizio da Niardo (Sant’Obizio) che, intervenuto con un gruppo di cavalieri,  spinse le truppe bergamasche in ritirata su un ponte di legno, che crollo facendo  centinaia di vittime.

Federico II nel 1238 occupò Pontoglio durante la campagna contro la lega composta da Milano, Piacenza, Bologna e Brescia e nel 1258 il borgo subì invece un saccheggio per mano dei Ghibellini. Pontoglio tra il XIII e il XIV secolo vide un’ampia opera di bonifica per la realizzazione di un sistema idrico di rogge che negli anni portò alla realizzazione di sei seriole, Vetra, Castrina, Galbena, Baiona, Rudiana e Castellana..

La storia di Pontoglio rimase strettamente legata alle dispute tra Milano e Venezia e solo nel 1454, con la Pace di Lodi,   entrò ufficialmente a far parte del dominio Veneto e rimase sotto il governo della Serenissima sino al 1509 quando, grazie alla cessione di alcuni territori al generale Jacques de La Palice,  fu occupato dai francesi assieme a Chiari e Castrezzato.

Nel 1512,  in seguito alla sconfitta subita a Ravenna, il generale francese passò da Pontoglio in ritirata verso i territori transalpini.

Tra il 1575 e il 1576, Pontoglio fu devastato dalla peste e dalla siccità, per poi essere ancora vittima della morte nera nel 1630 ed è in quest’occasione che vennero  eretti due lazzaretti, mentre nella vecchia parrocchiale esiste una cripta, dove sono visibili gli scheletri dei morti.

Il Settecento fu un secolo dove truppe Spagnole e Francesi saccheggiarono diverse volte il borgo e la successiva caduta della Serenissima ed il passaggio alla Repubblica bresciana prima e Cisalpina poi, portarono uno scarso progresso economico.

Sotto il dominio Napoleonico, le cose non mutarono in meglio, fino al 1882 quando un imprenditore milanese,  Giulio Sacconaghi, aprì il primo stabilimento industriale per la produzione di velluti, che risollevò le attività economiche ed il paese intero.

Da allora Pontoglio ebbe una fiorente vita economica e sociale.