Cana, piccola cittadina della Galilea, è il luogo che, secondo il Vangelo di Giovanni, vide l’inizio dell’attività pubblica di Gesù come predicatore, con il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino, durante un ricevimento di nozze cui il Messia fu invitato assieme alla madre, Maria.
Dalle fonti storiche si sa che sotto i Romani Cana era nel territorio della Palestina ed oggi gli archeologi hanno identificato nell’antica cittadina di Kafr Kanna quella che vide la presenza di Cristo, che era anche la città dove nacque San Bartolomeo o Natanaéle, uno dei dodici apostoli di Cristo.
Nel XVI secolo alcuni pellegrini scoprirono a Kafr Kana una grotta sotterranea alla quale si scende all’interno di un edificio a colonne e varie spedizione, come nel 1969 quella di padre Loffreda e nel 1997 di padre Alliata, hanno avvalorato la tesi che si trattasse di una chiesa, fatta edificare negli anni dell’imperatore Costantino.
Con gli anni varie capitelli, abside e cisterne di un’antica costruzione sono stati rinvenuti nelle spedizioni e sono ancora visibili al pubblico.
Nel 1879, grazie al sostegno di padre Geissler, venne edificata una piccola chiesa, ingrandita negli anni successivi, fino a diventare il grande Santuario del Primo Segno di Gesù, meta di milioni di pellegrini.
La struttura del santuario sorge sui resti della casa del miracolo di Gesù, come dimostrano i vari reperti archeologici appartenenti alla famiglia dello sposo.
Ogni anno migliaia di coppie rinnovano le loro promesse matrimoniali in una cerimonia molto intima e personale.
Infatti un altro significato, che si è soliti dare al miracolo di Cana è quello della realizzazione del matrimonio, dato che Gesù, con l’acqua che divenne vino, benedisse quella sacra unione.
E il vino, che arrivò in tavola grazie a Gesù, simboleggia la gioia e la buona riuscita delle nozze, oltre alla gioia nella vita di tutti i giorni, come parte di una realizzazione personale.
Inoltre a Cane si trova yna targa commemorativa si trova nei pressi del cancello di ingresso del santuario, in ricordo di un episodio del 1948, quando un frate francescano impedì alla milizia israeliana di fucilare parte della popolazione della cittadina.