Ul0rU3k5zNePiUpQUe0q1ZfCUqcVkJXQ7iizinUb

L’associazione Tipico Eventi propone la sesta Edizione della Festa della Birra e di San Patrizio nel pittoresco borgo di Grazzano Visconti, frazione di Vigolzone, in provincia di Piacenza,  il 18 e 19 marzo.

Questo evento unisce l’atmosfera della Festa della Birra con il giorno di San Patrizio, celebrando la migliore birra artigianale italiana e internazionale e i partecipanti saranno immersi in una cornice suggestiva e folkloristica, circondati da addobbi a tema e gadget divertenti.

Ci saranno molte gamme di birra artigianale, delizioso street food per soddisfare ogni palato, bancarelle di prodotti artigianali e spettacoli di artisti di strada sabato e domenica dalle 14  alle 18. Inoltre, ci saranno due concerti dal vivo, con I Cani della Biscia sabato sera alle 20.30 e Deja Vu  domenica sera alle 18.30.

La prima volta in cui viene nominato il paese di Grazzano Visconti, situato a metà strada tra Milano e Piacenza, risale all’anno Mille, in una serie di documenti riguardanti alcune donazioni di terre al Monastero di San Savino di Piacenza.

Nel 1414 l’Imperatore Sigismondo concesse a Bernardo Anguissola i castelli della Riva, Montesanto e Grazzano.

Il privilegio non ebbe effetto fino a quando nel 1438 non fu confermato dal duca di Milano Filippo Maria Visconti assieme a un diritto di regalie che ne permise l’indipendenza dal Comune di Piacenza.

Dopo una serie di controversie, nel 1459, il feudo venne affidato dal duca Francesco Sforza a Giovanni Anguissola e alla sua sposa Margherita Pallavicino.

Nel 1576 il castello, con le sue terre e tutti i diritti feudali e giurisdizione, venne ceduto ai cugini Teodosio e Alessandro Anguissola, che già possedevano il feudo di Vigolzone.

Verso il 1870 la morte di Filippo Anguissola lasciò tutti i beni di famiglia nelle mani della madre Francesca Visconti, che in seguito cedette tutto al nipote Guido Visconti

Ma fu il figlio di Guido, Giuseppe, a concepire il progetto di edificare un complesso edilizio in stile quattrocentesco, assieme all’architetto Alfredo Campanini, con cui in soli due anni trasformò in realtà il suo sogno.

Il castello, allora dotato di tre torri rotonde e una quadrata, divenne un edificio sviluppato su tre piani, con richiami gotici e varie merlature, mentre il fronte principale venne sormontato da un ingresso ad arco acuto con uno stemma in pietra con le insegne viscontee.

Le aree che costituiscono il parco sono sviluppate secondo il modello del giardino all’italiana, con un viale che divide lo spazio in due prati decorati con viali e statue allegoriche, oltre a prati naturali, fontane barocche e un labirinto con all’ingresso due sfingi, mentre sul fondo troviamo un belvedere che si apre sulla campagna.

Il borgo fu intermente rimesso a nuovo dal conte Giuseppe, che ne progettò personalmente l’impianto architettonico e la collocazione dei vari edifici.

Tutti i muri merlati, cosi come le fontanelle e le varie decorazioni sono cosi ben integrate nel tessuto urbano da far dimenticare che tutto questo risale solo agli inizi del Novecento.

Uno dei primi edifici del borgo a essere completato fu l’Albergo del Biscione, noto per la sua insegna in ferro battuto creata dal fabbro di una delle prime officine locali.

Seguirono la palazzina dell’Istituzione, le botteghe artigiane, l’edificio delle “Regie poste e telegrafi” e la chiesetta in stile gotico, al punto che già nel 1915 il centro aveva l’attuale topografia. Negli anni successivi sarebbe stata completata la piazza del Biscione con una torre merlata, assieme a una fontana, con un pozzo in cotto e marmo rosa, e il Palazzo Podestarile sopra la palazzina dell’Istituzione.

Dal 1946 il borgo fu curato dei figli di Giuseppe, Luigi e Anna Visconti con il marito Adolfo Caracciolo, e in seguito dai nipoti fino a oggi.