In omaggio al ruolo decisivo che Ambrogio Barili ebbe per la diffusione della cultura figurativa nella Milano e nella Cremona degli anni Sessanta e Settanta, il Museo Diotti a Casalmaggiore fino al 14 maggio gli dedica una mostra che mette in luce due aspetti della sua attività.
Ambrogio Barili nacque nel 1931 a Reboana di Cella Dati, in provincia di Cremona e, dopo il diploma di geometra, avendo mostrato varie qualità agonistiche nella corsa di mezzofondo, partecipò a numerose gare di livello nazionale e internazionale e si laureò in Educazione Fisica all’ISEF di Roma.
Parallelamente alle attitudini atletiche coltivò anche quelle artistiche e partecipò nel 1961 al concorso internazionale per giovani artisti Albisola 1961, dove la giuria presieduta da Wilfredo Lam gli conferì il I° premio per il Bianco e Nero per l’opera Atleti.
Dopo l’esordio, Ambrogio non manifestò più alcun interesse ad esporre, ma continuò a esprimersi nel corso degli anni con matite e acquerelli, fissando su piccole carte soprattutto appunti di viaggio, ma un’innata ritrosia lo portò a mantenere completamente riservata, anche per gli amici, questa sua passione.
Ben nota a tutti fu la sua attività di promotore artistico, infatti lavorò presso la Galleria Toninelli di Milano e collaborò con il mercante d’arte Nicola Loi alla gestione dello Studio Copernico che promosse scultori del calibro di Francesco Messina e Arnaldo Pomodoro.
La sua attività nell’ambito culturale si attuò però soprattutto a Cremona attraverso la conduzione della Galleria Botti, aperta nel 1965 in una ex portineria di Corso Garibaldi di fronte alla Galleria XXV Aprile, su impulso del sociologo Danilo Montaldi e di un gruppo di giovani intellettuali cremonesi, per valorizzare la figura del pittore Renzo Botti e di giovani artisti italiani, soprattutto milanesi, con la ricerca di nuovi linguaggi espressivi.
Qualche anno fa gli amici Fabrizio Merisi e Gianfranco Fiameni trovarono le opere su carta che Barili aveva realizzato e tenuto a lungo solo per sé, e furono colpiti dalla loro freschezza e autenticità, da li idearono il progetto di una mostra che però fu interrotto dalla morte improvvisa di Barili nel 2017.
Condiviso con il figlio Riccardo, il progetto si concretizza oggi con la mostra allestita al Museo Diotti, curata da Fabrizio Merisi e corredata da un pregevole catalogo con scritti di Gianfranco Fiameni e di Valter Rosa.
Il Museo Diotti e il Comune di Casalmaggiore hanno deciso di sottrarre all’oblio negli ultimi anni figure che hanno esercitato una notevole influenza nell’epoca e nel contesto in cui sono vissute, ma di cui non resta quasi traccia se non nella memoria di chi li ha conosciute.
E proprio da questo è nata l’idea di riservare uno spazio, nella mostra e nel catalogo, a un gruppo di pittori amici che condivisero con Ambrogio Barili, con opere di Peter Ackermann, Mario Benedetti, Floriano Bodini, Mino Ceretti, Luigi Dragoni, Attilio Forgioli, Giuseppe Guerreschi, Alain Guy Clement, Lino Marzulli, Fabrizio Merisi, Vitale Petrus, Joachim Schmettau, Roberto Sguazzi, Alfredo Signori, Gianni Toninelli e Tino Vaglieri.
La mostra resterà aperta fino al 14 maggio in questi orari, da martedì a venerdì, 8.00-12:30, sabato e festivi 15:30-18:30.