Fino al 4 giugno 2023 l’ ADI Design Museum di Milano propone una mostra dedicata al designer industriale tedesco Dieter Rams, che ha progettato più di 350 oggetti per l’azienda di elettrodomestici Braun e per il produttore di mobili Vitsoe, che esercitano tuttora una notevole influenza sui giovani designer.
Rams rappresenta un approccio progettuale che lui stesso ha descritto come “meno, ma meglio”, inoltre ha sempre sostenuto la produzione di una tipologia di oggetti tali da avere un uso più lungo possibile.
Pioniere del design sistemico e padre delle teorie del good design, Dieter Rams è nato a Wiesbaden nel 1932, fin da piccolo fu molto legato al padrino, che era un carpentiere specializzato nella rifinitura manuale di superfici.
Da sempre affascinato dal funzionamento di oggetti e meccanismi semplici, Rams si iscrisse a 17 anni alla Werkkunstschule di Wiesbaden, scelta per il suo approccio hands-on e lo studio di tecniche quali i giunti di legno.
Appassionato di architettura Rams, dopo una pratica a Francoforte presso Otto Apel, ottenne una prima commessa dall’azienda di elettrodomestici dei fratelli Braun per l’ampliamento della loro sede cittadina.
Nei difficili anni della Germania post bellica la Braun collaborava per lo sviluppo dei suoi nuovi prodotti con la Hochschule für Gestaltung di Ulm, erede dei principi e delle pratiche del Bauhaus, che puntava a condurre la Germania verso una nuova modernità.
In questo contesto, Rams nel 1954 apprese del lavoro che Hans Gugelot stava conducendo per un nuovo tipo di radiofonografo.
Le fasi di sperimentazione di un oggetto ripensato nella disposizione delle sue componenti e nel suo ruolo all’interno dello spazio domestico si compiranno nella produzione del radiofonografo Braun, co-progettato da Gugelot e Rams nel 1956, destinato a diventare icona di un’epoca e di una filosofia di design.
Rams divenne il capo della sezione design alla Braun nel 1961, facendola crescere dalla collaborazione con la HfG Ulm, continuata creando altre icone del design come la radio portatile a transistor Braun T3 nel 1958 e il sistema TP1 del 1959, che integrava una radio a transistor e un giradischi portatile con lettura dal basso.
Lungo gli anni ’60 e ‘70 il catalogo Braun si consolidò con i rasoi elettrici della linea Sixtant, i primi sistemi home stereo, gli accendini da tavolo, orologi come il phase 1 del 1971 e la radiosveglia Signal ABR21 sviluppata in 1978 con Dietrich Lubs, rendendo il marchio un riferimento per il design.
Rams occupò la sua posizione fino al 1995, lasciando la Braun nel 1997, ma la sua attività abbraccio globalmente l’ambito della casa, attraverso una collaborazione che Rams cominciò nel 1959 col produttore danese di arredi Vitsœ, portandola avanti in parallelo nei decenni, e tuttora in corso, con le sedie 601 del 1961 e 620 del 1962, cuore di una volontà di liberare spazio all’interno delle abitazioni moderne, rendendo il vivere in questi ambienti un’esperienza piacevole.
Negli anni Rams ha esercitato attivamente questo suo ruolo di ispiratore di filosofie del design, attraverso la sua attività didattica all’Università di Amburgo, e l’incarico di presidente del German Design Council.
I pezzi creati alla Braun nei suoi anni di direzione sono parte della collezione del MoMA di New York, e al suo lavoro sono state dedicate mostre, come la retrospettiva del Museum für Angewandte Kunst (MAK) di Francoforte (2002), e le esposizioni del SFMOMA di San Francisco (2011) e del Vitra Design Museum di Weil am Rhein (2016) oltre a documentari, tra cui Rams di Gary Hustwit (2018).
La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Scuola Del Design del Politecnico di Milano.