nuoto sincronizzato tropos

Il piacere di andare a fare una nuotata in un caldo giorno d’estate…

Il nuoto è conosciuto sin dai tempi preistorici, infatti alcuni disegni risalenti all’Età della Pietra  sono stati trovati nella Caverna dei Nuotatori, nei pressi di Wadi Sora nell’Egitto sud-occidentale.

Un papiro egizio risalente al 3000 a.C. contiene i primi geroglifici con accenni al nuoto e  in alcuni bassorilievi si possono vedere nuotatori disposti orizzontalmente con un braccio avanti e l’altro indietro, che indicano come in quell’epoca l’uomo avanzava in acqua con movimenti alternati. Qualche forma di nuoto fu praticata anche dai Greci, dai nativi delle isole dei Mari del Sud, dagli Indiani d’America e dai Cafri del Sud Africa.

Una delle più antiche testimonianze sulla capacità natatorie dell’uomo è il bassorilievo di Ninive proveniente da un palazzo assiro e conservato al British Museum di Londra, dove sono raffigurati tre guerrieri in fuga attraverso un braccio d’acqua e se due si aiutano a stare a galla con otri che gonfiano con la bocca, il terzo pratica qualcosa simile al moderno crawl.

Un ipotesi sostiene che in Grecia, durante le feste istmiche, si svolgessero, all’interno delle prove acquatiche, delle gare di nuoto vere e proprie, mentre presso gli antichi Romani il nuoto aveva  un posto importante nei programmi di educazione dei giovani e nell’addestramento militare.

In epoca medioevale, si ha notizia di gare disputate a Venezia nel 1315.

Nel 1538 Nicolas Wynmann, un professore di lingue tedesco, scrisse il primo libro sul nuoto,  Colymbetes, sive de arte natandi, dialogus et festivus et iucundus lectu.

Anche se già nel 1603 nasceva in Giappone il primo organismo per regolamentare il nuoto in forma sportiva, fu verso la fine del Settecento che questo  sport si affermò come tale, con la creazione in Germania del primi stabilimenti balneari e dei primi club di nuoto.

Nel XIX secolo invece la spinta arrivò soprattutto dalla Gran Bretagna, dove erano sorte numerose società, così fu proprio a Londra che, nel 1837, si disputarono le prime gare di nuoto e tuffi codificate da un regolamento specifico.

Pochi anni dopo, nel 1846, fu organizzato il primo campionato mondiale di nuoto in Australia, mentre il crawl venne  introdotto nel 1873 da John Arthur Trudgen, che si ispirò allo stile degli amerindi.

Il nuoto di oggi nacque insieme alla prima edizione dei Giochi Olimpici dell’era moderna voluta nel 1896 da Pierre de Coubertin ad Atene.

La prima società natatoria in Italia fu  la Romana Nuoto, fondata da Romano Guerra il 29 giugno 1889  a cui seguì,  nel 1891, la Rari Nantes Roma, per iniziativa dello scultore trentino Achille Santoni che si ispirò per il nome ai versi dell’Eneide di Virgilio (Libro I, verso 118).

Invece la prima piscina pubblica della penisola fu  il Bagno di Diana, costruito a Milano nel 1842, che anche se aveva un nome da donna escluse rigorosamente la frequentazione alle donne per almeno 50 anni.

Il 14 agosto 1899, a Como, a seguito delle riunioni del collegio pionieri del nuoto e per volere di Achille Santoni, che ebbe il ruolo di primo presidente, nacque la Federazione Italiana Rari Nantes.

Agli inizi degli anni venti, la F.I.R.N. modificò la propria ragione sociale per diventare un Ente Morale.

Nel 1930, con la nomina a Presidente di Leandro Arpinati, dopo una settimana dall’insediamento, fu cambiata la dicitura della Federazione in Federazione Italiana Nuoto.