Una delle chiese meno note della Città Eterna…
La Basilica del Sacro Cuore di Cristo Re, o Tempio della Pace, in ricordo dei caduti della prima guerra mondiale, fu uno dei primi esempi di razionalismo italiano legato agli edifici di culto, da un progetto di Marcello Piacentini, commissionata dal Padre Dehoniano Ottavio Gasparri, si trova all’interno del quartiere delle Vittorie, allora era in forte espansione.
Della chiesa furono redatti due progetti, il primo, iniziato nel maggio del 1920, s’ interruppe bruscamente in seguito alla morte di Padre Gasparri nel 1929.
Alla ripresa dei lavori nel 1931, il progetto subì una radicale trasformazione poiché Piacentini, durante gli anni di interruzione dei lavori, ragionò sulla planimetria della chiesa.
Solitamente le chiese hanno due schemi planimetrici fondamentali, lo schema di pianta a croce latina e quello a croce greca e, secondo Piacentini il primo schema permette al visitatore di accorgersi della presenza della cupola soltanto dopo aver attraversato tutta la navata.
Al contrario, nel secondo schema, la presenza della cupola si nota dall’ingresso e l’immaginazione di chi entra nella chiesa subisce un’impressione troppo improvvisa.
Quindi alla ripresa, la pianta della chiesa si trasforma in un ibrido tra un impianto a croce greca e a croce latina con il transetto avanzato, permettendo alla cupola di dominare il transetto come nelle chiese a croce latina, ma senza una navata eccessivamente lunga.
La Basilica è suddivisa in tre navate di cui quella centrale è lunga circa 70 metri, l’incrocio del transetto è sormontato da una cupola semisferica alta 36 metri e di 20 metri di diametro, anche l’abside è sormontato da una cupola di minori dimensioni mentre le cappelle laterali, di forma semicilindrica, sono caratterizzate da un basso zoccolo e una parete altissima.
La facciata rettangolare della chiesa è solenne e proporzionata, con due campanili gemelli leggermente arretrati, ed è caratterizzata da tre portali, le cui proporzioni sono ricavate da un arco trionfale romano, oltre che da una cortina in mattoni, disposti in filari triplici e doppi alternati, con differente aggetto, secondo una studiata disposizione.
Al di sopra del portone principale si nota un altorilievo raffigurante il Sacro Cuore di Cristo Re di Arturo Martini, mentre i portali laterali sono sormontati da simboli in ferro battuto di Isnaldo Petrassi.
L’interno della chiesa è dominato dal tono rosso del pavimento porfirico, mentre le pareti, che furono affrescate da Achille Funi, presentano una Via Crucis di Alfredo Biagini, il gruppo del San Giovanni sul fonte battesimale, i bassorilievi dei Cibori e le figure sulle lampade laterali dell’altare maggiore di Corrado Vigni.