Nel weekend del 4 e 5 agosto a Corteolona, in provincia di Pavia, torna la festa patronale della Madonna della Neve, che risale ai tempi in cui la raccolta della neve era un evento speciale per la Lombardia e così i cittadini del Pavese e della Lomellina, ben pagati, accorrevano per raccoglierla e conservarla all’interno di appositi pozzi all’interno delle cascine, e venderla poi a Pavia per le ghiacciaie dei ricchi nel periodo primaverile ed estivo.
Ma in questa festività si ricorda soprattutto la nevicata del 5 agosto 352 a Roma, che imbiancò l’Esquilino, dove Papa Liberio tracciò nella neve il perimetro della nuova basilica di Santa Maria Maggiore, dedicata alla Signora delle Neve, che venne edificata grazie alle donazioni dei nobili della città eterna.
La nevicata di Roma oggi viene ricordata con una pioggia di petali di rosa, al rientro della Processione solenne con la statua della Madonna.
Nel Pavese a Corteolona questa festa è molto sentita, come parte delle tradizioni e storia di un paese dalle origini molto antiche.
Infatti la storia del piccolo borgo di Corteolona, nel cuore delle campagne pavesi, comincia negli ultimi anni dell’impero romano, quando un esiguo gruppo di coloni fondò un possedimento con un mulino, un’officina, una cantina e un forno per il pane dove s’incrociavano i vari affluenti del fiume Po.
Nei documenti dell’epoca longobarda, che risalgono a re Alboino, il centro abitato è ancora indicato come una delle tante fattorie romane passate sotto il controllo dei barbari.
Pochi anni dopo, come racconta Paolo Diacono nella sua Storia dei Longobardi, Corteolona divenne la seconda capitale dell’impero longobardo, mentre il re Liutprando, verso gli inizi del VI secolo a. C. fece erigere una chiesa consacrata al monaco sant’Anastasio, con un piccolo monastero annesso.
Nell’825 d. C, secondo la leggenda, il re longobardo Lotario vi pubblicò il capitolare che permise la fondazione dell’Università di Pavia.
Passato nelle mani del Regno Italico, in pochi anni Corteolona cadde in disgrazia e venne ceduto, alla fine del X secolo al monastero di San Salvatore di Pavia, prima di diventare uno dei tanti feudi delle campagne pavesi, come Belgioioso e Barbiano, che ne divennero i proprietari nel 1431.
Nella seconda metà del Cinquecento il piccolo borgo fu ceduto a Filippo d’Este e, dal 1796 fino al 1800, venne occupato più volte dagli austriaci durante le guerre napoleoniche, prima di seguire la storia del Risorgimento e poi dell’Italia contemporanea.
La prima cosa che si nota arrivando a Corteolona sono i resti del Castellaro, le poderose mura che fino al XII secolo cingevano l’abitato per difenderlo da ogni attacco nemico e poi convertito con il passar degli anni in un cascinale, con una loggia interna a cinque campate porticate.
Vicino ai resti delle mura si trova l’ex oratorio di Sant’Anastasio, che fu eretto sotto il regno longobardo, con una cappella, oggi magazzino per le provviste, che conduceva a una torre purtroppo perduta.
Nella piazza centrale si trova la settecentesca chiesa di Santo Stefano, eretta dal 1750 fino al 1780, con una sola navata e sei cappelle laterali, oltre ad un altare in stile barocco e a un campanile della seconda metà dell’Ottocento.
Poco più avanti si trova Palazzo Estense, sede del Municipio, che, anche se ha subito diverse modifiche nel corso dei secoli, conserva ancora la sua facciata con mattoni a vista.