Il regista che portò il musical americano nel cinema francese…
Jacques Demy nacque a Pontchâteaul, vicino a Nantes, il 5 giugno 1931, dove visse la sua infanzia.
Tra il garage del padre e il bar della nonna, frequentato dai marinai della zona.
Dopo gli studi di Belle Arti, svolti a Nantes, frequentò l’École technique de photographie et de cinématographie di Parigi e divenne assistente di Paul Grimault nel 1952 e Georges Rouquier nel 1954.
Le sabotier du Val de Loire fu il suo debutto, con un cortometraggio dautobiografico di una serie che si sarebbe conclusa, nel 1959, con Ars, storia di un curato.
Il mondo de Demy. si rivelò nel suo primo lungometraggio, Lola (1961), incentrato sulla storia di una cantante di un piccolo locale a Nantes, interpretata da Anouk Aimée, che si prostituisce per crescere il figlio avuto da un uomo che l’ha lasciata e alle fine questi, dopo aver fatto fortuna, la ritrova.
Con La baie des anges (1963) il regista affronta, grazie anche all’interpretazione di Jeanne Moreau, il tema del gioco d’azzardo, parte del suo amore per il cinema hollywoodiano che si sarebbe manifestato compiutamente in Les parapluies de Cherbourg (1965), che ottenne anche cinque nominations all’Oscar, interpretato da Catherine Deneuve e Nino Castelnuovo, e Les demoiselles de Rochefort (1967), ancora con la Deneuve, affiancata dalla sorella, Françoise Dorléac, due musical sofisticati e suggestivi, tanto debitori al cinema statunitense quanto sentimentalmente appartenenti alla sua poetica.
Dopo aver intrapreso una carriera negli Stati Uniti, dove realizzò The model shop (1969), rilettura del personaggio di Lola otto anni dopo, Demy si cimentò nel genere favolistico con Peau d’âne (1970), dalla fiaba di Perrault, con Catherine Deneuve e Jean Marais, e in The pied piper of Hamelein (1972), girato in Gran Bretagna.
Seguirono i meno riusciti L’événement le plus important depuis que l’homme a marché sur la Lune (1973), commedia surreale con Marcello Mastroianni, e Lady Oscar (1979), film in costume girato in Giappone.
Negli ultimi anni di vita Demy tornò alle riletture del musical, sempre più venate di nostalgia con Une chambre en ville (1982), con Dominique Sanda e Michel Piccoli, ambientato nel contesto delle manifestazioni di piazza dei cantieri navali in sciopero nella Nantes del 1955, Parking (1985), rilettura del mito di Orfeo e Trois places pour le 26 (1988), una sintesi fra la commedia musicale in pieno stile Broadway e il racconto delle vicende di Yves Montand, in una delle sue più intense interpretazioni.
Demy morì a Parigi il 27 ottobre 1990, a causa di una serie di complicazioni dell’Aids, cui era malato da tempo.