Fino al 18 ottobre a Mantova, con un inedito allestimento, è da vedere l’esposizione numismatica Nell’oro impressa. L’immagine dei Gonzaga nelle monete e medaglie della collezione di Banca Monte dei Paschi di Siena.
L’iniziativa nasce dall’accordo tra il Palazzo Ducale di Mantova e Banca Monte dei Paschi di Siena che ha concesso in comodato gratuito al Museo la raccolta di antiche monete e medaglie di Mantova e dei Gonzaga, con il sostegno della Fondazione Banca Agricola Mantovana, formata dai beni appartenuti a Giulio Superti Furga di Canneto sull’Oglio (Mantova), al notaio Ermanno Casero di Milano e, soprattutto, al nobile mantovano Alessandro Magnaguti e comprende ben 2184 pezzi che spaziano dal XII al XVIII secolo.
Questa straordinaria collezione è esposta in alcuni ambienti dell’appartamento della Rustica, una fabbrica iniziata da Giulio Romano, che le diede la sua veste architettonica, e completata nelle decorazioni interne sotto la direzione di Giovan Battista Bertani, negli anni Sessanta del XVI secolo.
La collezione di Banca Mps abbraccia sette secoli di storia mantovana e l’allestimento vuole proporre una chiave interpretativa che lega monete e medaglie all’edificio, alle sue decorazioni e soprattutto alla storia di Mantova.
I materiali esposti partono dalle prime monete mantovane esistenti, della metà del XII secolo, di non buona qualità esecutiva, ma di grande significato, poiché presentano l’immagine di Virgilio come nume tutelare della città, mentre i comuni italiani ostentavano i loro santi patroni.
I Gonzaga, con la presa del potere del 1328, iniziarono una nuova monetazione, che trovò il suo più alto sviluppo poco dopo la metà del Quattrocento, quando la moneta divenne un oggetto di altissima qualità esecutiva, con rimandi alla classicità apprezzabili, anche nei profili dei marchesi di Mantova. Intorno al 1440,
inoltre, Antonio Pisano detto il Pisanello iniziò a fondere le prime medaglie italiane, di cui troviamo alcuni esempi nella raccolta w nel Cinquecento, le monete coniate a Mantova raggiunsero un apice qualitativo riconosciuto in tutta Europa, nonostante esse non fossero immediatamente spendibili fuori dal marchesato, poi ducato, dei Gonzaga.
Le monete mostrano una ricchezza di temi con, oltre a soggetti sacri e devozionali, stemmi araldici, imprese e in seguito anche immagini di animali, come i cani amati dai Gonzaga, oltre a diverse curiosità, come le monete ossidionali, coniate in materiali poveri (cuoio, piombo) durante il terribile assedio del 1630-1631, e rarità, come le Dodici Doppie del 1614 di Ferdinando Gonzaga: una moneta d’oro del peso di quasi un etto, esemplare unico al mondo.
La vastissima collezione di Banca Mps è letta nel suo significato storico e anche sociale, grazie a una serie di reperti che le vengono accostati a memoria del sistema bancario rinascimentale e della nascita dei Monti di Pietà, ma anche con la finalità di inquadrare e contestualizzare storicamente i materiali.
Per questa ragione, l’esposizione è completata da numerosi pezzi in prestito temporaneo, come conî e punzoni, provini per l’oro, bilancia e strumenti del cambiavalute, concessi dai Musei Civici di Mantova, dall’Archivio di Stato di Mantova e dalla Galleria Estense di Modena e da alcune collezioni private.