Fino al 23 novembre, presso Palazzo Pisani Sants Msrina, a Venezia, la mostra Ritratti immaginari / sculture-dipinti-incisioni omaggia l’arte di Henri Beaufour, che vive e lavora in Toscana da una decina di anni e si sta facendo strada nel mondo dell’arte contemporanea per le sue caratteristiche particolari non influenzate da mode e tendenze.
La mostra di Venezia presenta opere che partono dagli anni Novanta e arrivano fino ai giorni nostri tra sculture in marmo e in bronzo, incisioni, disegni e acrilici tracciano un percorso personale e di ricerca tra i più originali nell’arte attuale.
Alcune grandi sculture tracciano una direzione al piano terra di Palazzo Pisani Santa Marina mentre una serie di lavori a parete daranno un panorama della complessa produzione di Beaufour, per cercare di far comprendere al pubblico l’ampiezza del lavoro dell’artista, la sperimentazione che ha compiuto attraverso tutti i linguaggi dell’arte per delineare la propria visione del mondo.
Henri Beaufour si è formato all’arte negli Stati Uniti, in Francia e in Italia, appassionato di letteratura e curioso di tutte le forme di cultura e filosofia, ma non trascura l’arte manuale che ha sperimentato per anni presso maestri scultori, senza tralasciare il disegno e la pittura.
Infatti Beaufour appartiene a questa categoria di artisti che elaborano un’opera originale ma indipendente e preferiscono consacrare il loro tempo all’instancabile ricerca della forma e del senso che ne emerge, appoggiandosi all’eredità lasciata dai predecessori e alle multiple influenze che gli ispirano, per sintetizzare questi contributi e a superarli per creare un’opera personale.
Contemporaneamente barocco, espressionista e informale, Henri costruisce da quasi trent’anni un’opera ricchissima tra il disegno, la pittura, l’incisione, che costituiscono tutte vie parallele e complementari nel suo infinito tentativo di trasmettere una verità di vita attraverso la materia. L’espressionismo sembra essere il suo punto di riferimento, da Kirshner agli eredi che possono essere, con l’arte informale, simbolo dell’lato oscuro dell’umanità come Dubuffet, Bacon o ancora CoBra che sembrano pervadere il suo tratto.
Nel lavoro di Beaufour c’è infine una singolarità che è il filo rosso di uno spirito veramente originale e totalmente distaccato dalle mode attuali, mentre il suo universo grafico è attraversato da un fecondo paradosso tra espressività libera e banalità contemporanea, che sottolinea una certa vacuità dell’esistenza che la grandezza della semplicità, oltre che sulla verità della condizione umana.