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Il 25 gennaio la chiesa ricorda la conversione di San Paolo, un episodio degli Atti degli Apostoli tanto famoso da essere divenuto proverbiale, infatti anche oggi rimasta infatti in uso l’espressione “Folgorato sulla via di Damasco”.

La Bibbia racconta che Saulo  era uno dei più agguerriti avversari della religione cristiana appena sorta, perseguitava i seguaci di Cristo in modo assiduo ed il viaggio che aveva intrapreso in quel giorno per Damasco aveva lo scopo di smascherare gli adepti della nuova fede.

Proprio mentre si stava recando in questa città il giovane fu avvolto da una luce ed udì una voce che gli disse “Saulo, Saulo, perché i perseguiti! “ che era quella di Gesù che si domandava il perché di tanto accanimento.

Saulo si accasciò a terra, ma  quando si rialzò ed aprì gli occhi capì di essere diventato cieco.

La voce gli aveva anche detto di proseguire verso la città, così Saulo arrivò a Damasco dove rimase per tre giorni.

Nel frattempo il Signore apparve in sogno ad Anania, un cristiano che viveva in quella terra, e gli disse di andare da Saulo e di guarirlo dalla sua cecità.

Anania,  conoscendo l’ostilità di Saulo per i cristiani,  chiese a Gesù perché avrebbe dovuto salvarlo  e questi disse “Va, perché io ho scelto quest’uomo. Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e ai figli di Israele. Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per me.”

Alla fine Anania obbedì e si recò da Saulo, impose le mani sui suoi occhi ed egli recuperò la vista.

Saulo in seguito assunse il  nuove nome di Paolo e divenne uno dei più grandi apostoli del cristianesimo delle origini.

Il 25 gennaio, la festa della conversione di san Paolo, è nota anche per essere una data particolare per le previsioni meteorologiche.

Una tradizione, nella notte tra il 24 e 25 gennaio, vede la cipolla protagonista per la sua lettura divinatoria, assieme a del sale.

La previsione consiste nel prendere una cipolla e tagliarla in 12 spicchi, come i mesi dell’anno, poi li si cosparge di sale e li si posiziona su un tagliere sul davanzale della finestra rivolto ad oriente, per tutta la notte.

All’alba del 25 gennaio, si prende il tagliere e si interpreta l’impatto del sale con i veli dell’ortaggio, cioè come la cipolla abbia interagito col sale e con l’ambiente esterno durante la notte e,  a seconda che il sale sia sciolto o meno, si può prevedere se durante l’anno vi sono precipitazioni o clima secco.

A questa previsione, si aggiunge un secondo metodo, quello delle calende, dove si segna il meteo dei primi 12 giorni di gennaio, che rappresentano i 12 mesi dell’anno e ancora dei 12 giorni successivi, che sono i 12 mesi al contrario, poi  la media va abbinata al risultato della lettura degli spicchi della cipolla.

Un altra tradizione legata al 25 gennaio prevede di dare da mangiare ai bambini di casa il Pàn de San Paolo, un dolce preparato la Vigilia di Natale.

Inoltre di sera, poco fuori dalla casa, è tradizione bruciare un falò, in ricordo dell’apparizione di Cristo a Saulo sulla via di Damasco.

Dal fuoco si traggono gli auspìci per l’anno, infatti se le faville vanno verso sud, sarà un anno agricolo buono, se andranno verso nord sarà scarso.

I bambini di casa, allargando le gambe e piegandosi fino a vedere il cielo, contano quante stelle possono e il numero che dicono sarà quello dei nidi primaverili.

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