michele magone e don bosco

Uno dei ragazzi simbolo dell’Oratorio di Don Bosco…

Michele Magone nacque a  Carmagnola, in provincia di Torino,  il 19 settembre 1845, e viveva in condizioni di estrema povertà, fu cacciato dalla scuola e in breve venne abbandonato a sé stesso.
Il ragazzo incontrò  Don Bosco mentre il sacerdote attendeva il treno nella stazione di Carmagnola in una fredda sera di autunno.

Michele era diventato il capobanda di un gruppo di monelli, che alla vista del sacerdote scapparono, ma lui decise di affrontare quel uomo così semplice e mite.

Subito don Bosco capì la situazione del giovane, così gli diede una medaglia e gli disse di rivolgersi al viceparroco per spedirgli sue notizie.

Incuriosito Michele si recò da don Ariccio a raccontargli l’incontro e, dopo che il viceparroco vide  la medaglia, capì e gli parlò di Don Bosco e dell’Oratorio di Valdocco, con centinaia di ragazzi che correvano, si divertivano e imparavano ad entrare nel mondo del lavoro.

Ascoltato il racconto, il giovane Magone disse a don Ariccio che voleva andare a Valdocco e il viceparroco, con il permesso della madre di Michele, scrisse a don Bosco descrivendo il ragazzo come  bisognoso di una guida e il sacerdote gli chiede di mandarlo a Torino.

Così Michele una mattina salì per la prima volta sul treno per Torino e il suo incontro  con l’opera di don Bosco fu positivo.

Il vivere nell’Oratorio Salesiano era entusiasmante per Michele, ma col tempo arrivò la consapevolezza di aver fatto di tutto quando era un monello di strada, per cui non si sentiva degno degli altri compagni dell’Oratorio.

Don Bosco intervenne e riuscì con parole appropriate a condurlo ad una confessione completa, che donò a Michele gioia e serenità.

Da quel giorno per Michele Gesù divenne il suo amico più importante, il suo carattere diventò più docile, ritornò ad essere abile nel guidare la sua squadra nel gioco e ad intervenire nelle situazioni scabrose che qualche compagno provocava e, se riteneva necessario,  interveniva anche con i pugni, come quella volta che trovandosi con don Bosco a Piazza Castello di Torino, si azzuffò con un giovane che bestemmiava e solo l’intervento del sacerdote riuscì a separarli.

Michele fu tra i  ragazzi che don Bosco nell’agosto 1858portò a trascorrere alcuni giorni di vacanza a Morialdo nel Monferrato.

Il 18 gennaio 1859 improvvisamente Michele accusò dei dolori allo stomaco, che già si erano fatti sentire, ma la cosa non sembrò preoccupante all’infermeria dell’Oratorio.

Ma già la sera del 19 gennaio si aggravò pesantemente, fu chiamata la mamma del giovane e il medico, il quale,  viste le condizioni, sconsolato allargò le braccia.

Michele  nella sera del 21 gennaio  era in fin di vita, così gli fu portato il Viatico e poco prima della mezzanotte, con al suo fianco don Bosco, morì serenamente, mentre i compagni pregavano per lui nella Cappella dell’Oratorio.