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Nel XIV secolo a.C., in un Egitto allora potentissimo, il faraone Amenhotep IV decise di destituire le secolari divinità, i templi e il clero di Tebe, nel nome di un unico dio, Aton, modificando anche il proprio nome in Akhenaton, cioè Colui che serve Aton, e fondò, con la moglie Nefertiti, una nuova capitale, Akhetaton.

A est della città oggi sorge un luogo noto con il nome di Tell al-Amarna, un tempo ricco di magnifici templi e palazzi, ora è una distesa desolata, anche se vi si respira ancora l’aria della storia.

Le rovine sono sparse su una pianura deserta limitata dal Nilo a ovest e circondata dalle rocce e, a sud del punto di attracco dei traghetti ad At-Till, un cimitero copre parte di ciò che un tempo fu il Grande Tempio di Aton.

A differenza dei tipici templi egizi contraddistinti da santuari bui, questo aveva un santuario a cielo aperto, per consentire ai raggi del dio-sole Aton d’inondarlo di luce.

Akhetaton, fu capitale dell’Egitto per meno di quindici anni e venne abbandonata poco dopo la morte di Akhenaton, quando i sacerdoti di Tebe ripresero il controllo religioso, tolsero la sacralità al tempio e cancellarono ogni traccia del faraone e della sua religione riformatrice.

A partire dal 1977, l’indagine archeologica sul sito a opera della Egypt Exploration Society, che già vi aveva lavorato nel 1901-1907 e nel 1921- 1936, ha contribuito enormemente al chiarimento dell’assetto urbanistico della città, oltre a fornire un’imponente massa di nuovi dati e ritrovamenti.

La fisionomia della città mostra il paesaggio discontinuo ed eterogeneo delle grandi città dell’antico Egitto: non un tessuto urbano unico, ma piuttosto un agglomerato di unità pressoché autonome, separate le une dalle altre da ampî spazî lungo l’asse portante N-S della città.

Ecco la Città Nord, interamente staccata dal corpo della città vera e propria e costituita da quartieri amministrativi, magazzini e grandi case, racchiusi all’interno di una cerchia di mura con torri quadrate a intervalli, oltre al Palazzo Nord, residenza appartenuta a un membro della famiglia reale, originariamente forse Nefertiti, ma presto convertita in palazzo per la figlia del faraone, Meritaton, da dove provengono molti dei più famosi frammenti di pitture murali rinvenuti nel corso degli scavi, con splendide scene naturalistiche di vita nelle paludi.

Il Suburbio Nord, un’area abitativa, si sviluppò ai margini della città in una fase successiva ed era parzialmente in costruzione quando la città fu abbandonata.

La Città Centrale, cuore della vita pubblica e rigidamente conforme a una pianta precostituita a griglia, ospitava il Grande Tempio di Aton, altri edifici religiosi minori, il Palazzo del Re e il Grande Palazzo, costruito parte in pietra, parte in mattoni e con i pavimenti dipinti, collegato alla Residenza Reale, dall’altra parte della Strada Regia, con un ponte.

Inoltre quest’area della città ospitava cucine, panetterie, officine, l’Archivio Reale, la Casa della Vita, e, i tipici santuarî solari amarniani all’aperto, d’ispirazione eliopolitana.

Altri siti sono stati riconosciuti nel deserto, collegati tra loro e alla città da una fitta rete di antiche piste tuttora visibili, di questi il più interessante è il villaggio degli operai della necropoli, il cui scavo, iniziato nel 1979, fu completato nel 1986: d’impianto quadrato e fortificato, costituito da piccole case allineate, di cui alcune provviste di una seconda stanza sopraelevata sull’asse centrale della casa e di un forno sul tetto.