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Un ponte di barche sul Ticino, un castello dalla storia antichissima, piccole trattorie e ristorantini deliziosi…

Bereguardo (dal francese Bel-regard), nei pressi di Pavia, fu con probabilità nel Medioevo un feudo del vescovo di Pavia.

Intorno al 1300 il signore di Milano Luchino Visconti vi fece erigere un castello, che col passare del tempo servì come Villa Ducale, arricchita da una riserva di caccia che vi fu annessa dal duca Gian Galeazzo Visconti nel 1386.

Nel 1447 Francesco Sforza mise sotto assedio il castello, che in seguito fu donato al signore di Pavia Matteo Marcagatti.

Nel 1450 il duca cedette il castello al conte Giovanni Tolentini di Urbino, che lo governò fino al 1470, anno della sua morte.

Il 10 marzo del 1897, con rogito del notaio in Milano dott. Tito Rosnati, si trova l’atto di Donazione del Castello di Bereguardo dall’ing. Giulio Pisa al Comune di Bereguardo.

Grande maniero del periodo visconteo, il Castello di Bereguardo sorge al centro del paese, circondato dai resti dell’antico fossato.

La sua pianta è quadrata, ma oggi presenta una struttura a U, essendo sparita l’ala nord.

Privo di torri angolari, il castello era utilizzato più come residenza estiva che come un fortilizio della difesa del ducato visconteo. Interamente realizzato in laterizi a vista, ha una grande finestra bifora sulla facciata sud, con il parapetto e gli elementi esornativi in laterizio.

Il portone d’ingresso, molto ampio, ha le tracce di un ponte levatoio, mentre i resti di un’arcata inglobata nella muratura interna fanno pensare che il portale sia stato in un’epoca imprecisata rimaneggiato con lo scopo di ridurne le dimensioni.

Verso il 1374 si hanno le prime notizie riguardanti il ponte di barche sul Ticino, consistente allora in un ponte di barche, o spesso in un battello per il trasporto dei passeggeri.

 Il porto, detto di Bereguardo, era il quinto da valle a monte degli undici costruiti sul Ticino.

Nel 1378 il ponte fu fortificato e nel 1449 venne sostituito da un ponte di barche dal Duca Francesco Sforza, e poi dal 1913 diventò un ponte in chiatte stabile.

Ora le chiatte sono in cemento e seguono la portata del fiume, quando si alza galleggiano.

E’ uno dei rarissimi esemplari ancora esistenti in tutta Italia e si può attraversare in automobile.

Il ponte sulle barche, per la sua particolarità e quasi unicità, è stato utilizzato diverse volte come “location” cinematografica.

Per la prima volta fu utilizzato da Renato Castellani I sogni nel cassetto nel 1957, quindi ne’ Il maestro di Vigevano, con alcune scene cardine nel bosco che si apre nella riva Sud., I girasoli, dove Marcello Mastroianni e Sophia Loren assistono al bombardamento del ponte durante un’incursione aerea, Mani di velluto, con l’arrivo della lunga maratona tra Celentano e Gino Santercole tra le casette gialle dei guardiani, “Il Bisbetico domato”, “Fantasma d’amore”, “I promessi sposi” e “La piovra 4”.