La storia si ripete. Per il terzo anno consecutivo Cristina Gutiérrez ha concluso la gara più dura del mondo.

Questa volta la pilota, unica spagnola in grado di terminare il rally di automobilismo, ha conquistato la 26ª posizione assoluta nella classifica generale alla guida della sua Mitsubishi Eclipse Cross, migliorando sensibilmente il risultato delle edizioni precedenti (38ª nel 2018 e 44ª nel 2017) e arrivando a un passo dai primi 25.

Prima di salire sul podio a Lima, Cristina, ancora una volta primo veicolo Mitsubishi al traguardo, ha dichiarato

Siamo davvero contenti. Le sensazioni sono molto positive: fin dal primo momento abbiamo trovato il giusto feeling con la macchina ed è andato tutto alla perfezione.

Non siamo riusciti a chiudere più in alto in classifica a causa di un paio di giorni in cui abbiamo avuto problemi e di alcune penalizzazioni, eccessive a mio parere.

Nonostante sia rimasta fuori dai primi 25 per un soffio (13 minuti e mezzo di differenza), la Gutiérrez ha assicurato che il risultato finale è estremamente positivo: “il 26° posto nella classifica generale al terzo anno di Dakar è da considerarsi un trionfo”.

L’edizione 2019 della gara è stata alquanto atipica, più breve del solito e si è disputata in un solo Paese, comportando la necessità di ripetere più volte gli stessi tratti.

Tuttavia, come promesso dall’organizzazione, si è dimostrata una gara davvero impegnativa:

Per me è difficile stabilire quale sia stata la Dakar più dura, perché ogni anno abbiamo partecipato con una macchina diversa; devo però ammettere che in alcuni momenti abbiamo sofferto molto

ha confessato.

Dimostrazione dell’elevata complessità di questa edizione sono stati i numerosi problemi che il duo formato da Cristina Gutiérrez e dal copilota Pablo Huete ha dovuto superare prima di tagliare il traguardo.

Il momento più delicato lo hanno vissuto il quinto giorno di rally, durante la seconda parte della tappa Marathon, quando hanno dovuto fare i conti con la rottura dei due radiatori, un’avaria che gli è quasi costata l’abbandono.

La seconda settimana di gara è stata altrettanto impegnativa a causa delle alte temperature percepite all’interno dell’abitacolo, che hanno superato i 60 gradi durante la penultima giornata della competizione.

Tutte difficoltà, queste, che il duo ha saputo superare grazie alla straordinaria affidabilità della Mitsubishi Eclipse Cross, con la quale Cristina si è sentita davvero a suo agio:

La macchina ha risposto alla perfezione e sono sicura che ci darà molte soddisfazioni in futuro.

La pilota ufficiale di Mitsubishi Spagna ha dato sfoggio di grande costanza nel corso dell’intera gara, commettendo meno errori rispetto alle altre edizioni.

Questo è stato possibile grazie al contributo decisivo del suo team e, ovviamente, del suo compagno di avventura, un Pablo Huete che, alla sua prima Dakar, ha dimostrato di essere un fantastico copilota e un meccanico competente:

È stato impeccabile, incredibile fin dal primo giorno. Gli sono molto riconoscente per la fiducia che mi ha dimostrato. Sentirete ancora parlare di lui in futuro.

Pablo ha a sua volta rivolto parole di stima nei confronti di Cristina: “Devo ringraziarla per avermi dato l’opportunità di partecipare e di vivere questa esperienza. Il modo in cui lavora è incredibile e, come pilota, ha dimostrato di poter stare tra i primi 20”.

Cristina Gutiérrez ha completato i 3.096 chilometri cronometrati di questa Dakar 100% peruviana in dieci giorni, nello specifico in 55 ore, 56 minuti e 14 secondi. Oltra a ottenere la 26ª posizione generale, la pilota si è classificata 7ª nella classe T1.2 (fuoristrada prototipi con motore diesel) e prima pilota donna nella classifica generale auto.

Per concludere, ha voluto ringraziare anche tutti gli sponsor che l’hanno accompagnata in questo progetto durato tre anni e quelli che si sono aggiunti in questa ultima edizione: “Senza di loro la Dakar non sarebbe stata possibile”.

E infine un pensiero per i suoi fan: “Grazie a tutti coloro che mi hanno appoggiato ogni giorno, inviandomi messaggi di incoraggiamento. Mi sono sentita protetta!”.

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