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Grande brand francese, Dior ha dato al mondo uno stile completamente nuovo e una femminilità unica….

Christian Dior (1905-1957) nacque a Gramville a pochi chilometri da Mont Saint-Michel, in Normandia, cui sarà sempre legato, secondo dei cinque figli di Alexandre Louis Maurice Dior, produttore di fertilizzanti, e di sua moglie Isabelle. Visse un’infanzia felice a Parigi, dove ebbe la possibilità di esprimere la sua creatività, disegnando costumi per il carnevale o per le festicciole degli amici.

Interrotti gli studi universitari di Scienze Politiche e accantonata l’idea di intraprendere la carriera diplomatica, come avrebbero voluto i suoi genitori, Dior si associò all’amico Jean Bonjean, proprietario d’una galleria d’arte a Parigi. In breve tempo diventò una tra le più quotate della capitale francese, con mostre dedicate a Pablo Picasso, Jean Cocteau e Georges Braque. Nel 1931, anno della morte di entrambi i genitori e di suo fratello maggiore, Dior è costretto a chiudere la galleria a seguito del crollo dell’azienda del padre. Per mantenersi inizia così a vendere disegni e bozzetti di moda.

Nel 1934 Christian Dior si ammalò seriamente di tubercolosi e, dopo un anno di convalescenza in Spagna, tornato a Parigi, cominciò a collaborare alle pagine di moda del settimanale Le Figaro Illustré, iniziando a vendere schizzi di abiti e di accessori a diverse case di moda.

Questo periodo d’instabilità durò sette anni, fino a quando trovò un lavoro stabile alla maison Piguet e uno dei suoi primi successi fu una gonna molto ampia adatta anche per il giorno.

Con lo scoppio della guerra e il richiamo alle armi, la vita dello stilista subì un periodo di stallo, poi entrò nella casa di moda di Lucien Lelong, dove come assistente lavorava anche Balmain, e disegnò le collezioni, creò la gonna strettissima e la gonna svasata, determinando non soltanto il successo di Lelong, ma anche il proprio.

Ormai Dior si sentiva pronto a gestire una sua maison al numero 30 della lussuosa Avenue Montaigne a Parigi. Nel 1946 fece una partnership con Marcel Boussac il re del cotone di Francia, che lo finanziò con la cifra, elevata per l’epoca, di 60 milioni di franchi.

L’immaginario collettivo, associa Dior al New Look, che, il 12 febbraio 1947, lo rese celebre nel giro di un giorno, portando in passerella silhouette dalle linee inedite per l’epoca, ma fu in America che scoppiò la bomba della moda Dior, battezzata da Carmel Snow, direttrice di Harper’s Bazaar, con la frase It’s a new look. Sottolineando come i tempi bui e cupi della guerra erano definitivamente alle spalle, con la proposta di Dior che esaltava il corpo femminile, mettendo in evidenza le curve, il gusto per la leggerezza e l’arte di piacere. Inoltre le creazioni di Dior sono sfarzose, realizzate con tessuti pregiati in netto contrasto con gli anni precedenti segnati dal conflitto mondiale.

Con la linea Corolla, ribattezzata New Look, la donna era nuovissima nella sua pronunciata femminilità, dove la vita era minuscola, il petto alto, le spalle minute, le gonne erano ampie e allungate con sottogonna di tulle per accrescerne il volume.

In un ritorno alla femminilità, Dior lanciò immense, allungate gonne, vite strizzate in giacchini-corpetto, facendo tremare le donne di mezza Europa.

Altro motivo associato all’immagine di Dior è il mughetto, ricordato nel primo profumo del 1948, Diorissimo, da allora spruzzato con generosità sulla moquette grigio perla nei giorni delle tante sfilate della casa Dior.

Nel 1952 Dior scrive a puntate su Woman’s Illustrated il suo seguitissimo e ricercato “Piccolo dizionario della moda” per dare consigli di stile alle donne di tutto il mondo.

Dior, già premiato con l’ambito riconoscimento Neiman Marcus in America, aggiustò il tiro a favore della donna dinamica uscita dalla guerra e la silhouette si addolcì, nel 1954, quando la vita non era più strizzata nella linea H e stava per nascere l’amato-odiato abito a sacco.

Nel 1957 la maison presentò l’ultima collezione del Maestro: variazione sul tema della vareuse, capo morbidamente appoggiato ai fianchi accanto a sahariane kaki, bottoni a chiudere le tasche ad aletta.

Nello stesso anno Christian Dior è il primo stilista a finire sulla copertina di Time. Dopo pochi mesi muore a Montecatini Terme, stroncato improvvisamente, nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 1957, mentre si trovava in vacanza al Grand Hotel La Pace, che negli anni scorsi gli ha dedicato una splendida suite.

La suggestiva villa de ‘Les Rhumbs’ di Granville, posta su una falesia a strapiombo sul mare, in stile Belle Epoque. appartenuta alla famiglia Dior fino al 1934, dal 1997 è diventata il museo “Christian Dior”, e ripercorre i dieci anni di creazione dello stilista.

Oggi il marchio Dior continua la sua leggenda, sempre nel segno del suo fondatore. Negli anni a guidare la casa di moda si sono susseguiti nomi che fanno parte del gotha della moda e dello stile. Da  Yves Saint Laurent (1957-1960), Marc Bohan (1960-1986), l’italiano Gianfranco Ferré (1987-1997) che diede un nuovo impulso allo stile del marchio. Seguì l’effervescente John Galliano (1997-2011), il belga Raf Simons (2012-2015) e, dal 2016, la prima donna, Mara Grazia Chiuri, romana di origini pugliesi.