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Lo studioso che raccontò un mondo magico fino allora sconosciuto…

Ernesto De Martino nacque a Napoli il 1 dicembre 1908 da Ernesto, ingegnere delle Ferrovie dello Stato, e da Gina Jaquinangelo.

All’università di Napoli seguì la scuola di Adolfo Omodeo, con cui si laureò nel 1932 con una tesi in storia delle religioni, che lo introdusse nel gruppo di Benedetto Croce.

Della filosofia crociana De Martino tentò l’applicazione a settori che ne erano praticamente esclusi, come la storia delle religioni e l’etnologia, fin dal suo primo libro, Naturalismo e storicismo nell’etnologia, che segnò l’inizio di una laboriosa e metodica riflessione critica nel campo delle teorie etnologiche in ambito internazionale.

Il contatto con Raffaele Pettazzoni, che a cominciare dal 1934 pubblicò i suoi contributi nella rivista da lui fondata e diretta, Studi e Materiali di Storia delle religioni, orientò gli interessi di De Martino verso l’etnologia religiosa e la storia delle religioni, in cui conseguì la libera docenza nel 1952 e nel 1956.

Particolare impegno lo studioso pose fin dalla prima fase della sua attività di studioso nell’affrontare i problemi interpretativi che erano connessi con i fenomeni di magia, spinto anche da un suo preliminare interesse psicologico.

Né Il mondo magico, che fu il primo volume della collana di studi religiosi, etnologici e psicologici dell’Einaudi, diretta da Cesare Pavese e poi dallo stesso de Martino, lo studioso univa i problemi d’interpretazione dei mondi culturali primitivi di livello etnologico, con quelli d’interpretazione riguardanti la realtà dei poteri magici in generale.

Dal 1950 una serie di viaggi che lo misero in contatto con i contadini del Sud, e i problemi del Meridione, diedero una svolta decisiva alla vita dello studioso, che ebbe lo stimolo a muoversi verso un’etnologia o antropologia basata sulle ricerche sul terreno.

Da allora De Martino assunse come cuore della propria ricerca l’analisi del folklore religioso nella cultura contadina del Sud e, con una serie di missioni etnografiche dai primi anni ’50, raccolse un gran numero di documenti relativi a manifestazioni magico – religiose e ne studiò le origini storiche, i rapporti con le condizioni storiche e sociali attraverso i secoli, oltre ai motivi impliciti che ne giustificavano il persistere.

Tutti i fenomeni posti al centro della sua indagine avevano davvero origini arcaiche, precristiane, da un antico fondo di civiltà agrarie, ed erano stati a lungo oggetto di polemiche, di repressioni, d’interventi da parte della Chiesa ufficiale.

La storia delle varie polemiche del clero e dei sinodi ecclesiastici contro tali manifestazioni fu dallo studioso ripercorsa a prova della sua interpretazione, che spiegava anche gli adattamenti della politica culturale ecclesiastica nell’assorbire culti e credenze d’origine arcaica.

Divenuto professore di ruolo di storia delle religioni nella facoltà di lettere dell’università di Cagliari dal dicembre 1959, De Martino al periodo meridionalista fece seguire un periodo di approfondimenti e sviluppi problematici, oltre ad avviare a una ricerca interdisciplinare intorno ad una tematica nuova, quella dell’apocalisse e dei miti escatologici.

Ernesto De Martino morì a Roma il 9 maggio 1965.