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Dopo due anni di  stop, nei giorni di Pasqua e Lunedì dell’Angelo tornerà a Izano, in provincia di Crema, l’ appuntamento con la Fiera della Pallavicina per festeggiare l’antico Santuario omonimo.

La Fiera ospiterà il 17 e il 18 aprile il mercato straordinario, il luna park, spettacoli, mostre e i mercatini organizzati dall’Agenzia Cinzia Miraglio di Crema, oltre a una mostra di lavori artigianali a cura dell’Azione Cattolica Izano.

Il santuario della Beata Vergine della Pallavicina si trova lungo la strada provinciale che collega Crema a Salvirola attraversando il borgo Izano e il suo nome deriva dalla roggia Pallavicina che  scorre nei pressi.

La chiesa ha una facciata cinquecentesca, preceduta da un piccolo sagrato erboso cinto per due lati da cancellata e, sul lato settentrionale, da una loggetta a quattro archi, con un unico portale sormontato da un timpano triangolare.

In linea con l’ingresso si nota una bifora con timpano curvilineo, completata da tre piccoli pinnacoli.

La base del campanile è inglobata dai corpi di fabbrica ed è a base quadrata con una serie di fasce rettangolari divise da dentelli in cotto, la cella presenta aperture a bifora ed è composta da lesene che sorreggono una trabeazione dove si sovrappone un piccolo corpo con pinnacoli angolari in cotto.

All’interno c’è una navata unica a tre campate, che termina con un’abside poligonale dove sono affrescati la Madonna col Bambino coronata da due Angeli, i Simboli eucaristici con putti, i Santi Pietro, Paolo, Biagio, Rocco, Gervasio e Protasio.

Nelle lunette del catino sono rappresentati i dottori della chiesa Gregorio, Gerolamo, Agostino e Ambrogio, nonché i santi patroni di Crema Pantaleone e Vittoriano, di un pittore che potrebbe ascriversi alla scuola cremonese.

L’arco trionfale c’è un’Annunciazione di pittore anonimo del 1585, mentre su un pilastro compare una Madonna col Bambino risalente al 1444.

A sinistra ci sono presenta tre cappelle,  quella centrale è detta dell’Apparizione e conserva l’affresco della Madonna col Bambino, due Angeli musicanti e il Padre eterno che la incorona, oltre due tele del 1618 di Tommaso Pombioli, con l’Adorazione dei pastori e la Fuga in Egitto.

La volta è decorata con stucchi seicenteschi,  ridipinti agli inizi del XX secolo da Eugenio Giuseppe Conti, mentre la cappella di San Carlo Borromeo custodisce una pala d’altare, probabile opera del Pombiol e  gli stucchi sono di Giovanni Battista Artari, stuccatore e ornatista di Lugano.

Nella cappella dedicata a Sant’Antonio da Padova ci sono nove piccole tele raffiguranti i Miracoli di Sant’Antonio, incorniciate da affreschi firmati ABC e databili al 1752.

Lungo la parete meridionale si notano le cappelle di San Giuseppe e Sant’Agnese, affrescate da Romeo Rivetta nel 1918, con i dipinti incorniciati da stucchi realizzati nel medesimo anno da Virginio Ponti ispirandosi a quelli della cappella di San Carlo.

Le due cappelle affiancano il vano porta sopravanzato dall’organo Serassi, progettato nel 1749 e racchiuso in una cassa realizzata da Alessandro Arrigoni.

Nel vano porta ci sono numerosi ex voto che testimoniano la venerazione per questo santuario.