pesaro urbino

Gradara si raggiunge la Città di Fossombrone, sul fiume Metauro, “il fiume più antico d’Italia”.

Fossombrone, l’antica “FORUM SEMPRONII” romana, è una Città da vivere e visitare: i suoi tanti negozi lungo il Corso (l’unico nelle Marche con il doppio porticato), i numerosi ristoranti di qualità, le chiese, i musei, i tanti palazzi storici, un ambiente straordinario ed incontaminato (vedesi il canyon delle Marmitte dei giganti), il fascino del Ponte della Concordia che al tramonto regala colori ed emozioni…

A Fossombrone si rivive tutta la storia del nostro Paese: dalla Città romana (Parco Archeologico di Forum Sempronii e Museo Archeologico), al Medioevo e Rinascimento (l’antica Rocca Malatestiana potenziata da Federico da Montefeltro e la Corte Alta, i tanti palazzi signorili del centro storico, la splendida Chiesa barocca di San Filippo), al Novecento (caratterizzato dalla Quadreria Cesarini, Casa Museo ricca di opere d’arte tra cui la collezione unica di quadri e incisioni di Anselmo Bucci, artista di Fossombrone) alla Pinacoteca “Augusto Vernarecci”.

Qui sono custodite opere di insigni pittori: da Francesco Guerrieri (altro artista forsempronese) a Gaetano Lapis, Barocci, Podesti etc…

Nel cuore della Corte Alta, già sede del Palazzo Ducale, nei locali oggi in parte occupati dalla Pinacoteca e dal Museo Archeologico, si è vissuta la grande storia d’amore tra GUIDUBALDO DA MONTEFELTRO ED ELISABETTA GONZAGA. Nel 1489, Elisabetta, della nobile stirpe dei Gonzaga di Mantova, andò in sposa a Guidubaldo, giovane Duca del Montefeltro, allacciando un importante legame tra le due potenti famiglie rinascimentali.

Quello che poteva essere un arido contratto economico, nel caso di Elisabetta e Guidubaldo, fu amore a prima vista. Il loro matrimonio si rivelò un’unione indissolubile, un legame esclusivo, ammirato da tutti, e cantato dai poeti del tempo, non privo di una nota tragica e amara che rese ancora più struggente la loro storia d’amore.

Sebbene al tempo in cui si conobbero Guidubaldo fosse un giovane bellissimo e dotato di ogni virtù cavalleresca, la sua grazia e una certa fragilità fisica nascondevano una malattia inesorabile, che dopo averlo invalidato lentamente, lo portò alla morte a soli 35 anni.

Elisabetta lo amò ancor di più, forse proprio in virtù di questa sua avvenenza ferita, intuendo che il tempo a loro disposizione sarebbe stato breve. Nella splendida cornice della corte, circondati da artisti, letterati, poeti, le due figure si stagliavano come esempi perfetti dell’ideale rinascimentale descritto da Baldassarre Castiglione nella celebre opera “Il cortegiano”.

Anche quando furono costretti a fuggire senza denaro e senza roba, e rifugiarsi a Venezia, per scampare al tradimento e all’invasione del ducato da parte del Valentino, dimostrarono la forza del loro amore. Il Papa, Alessandro VI, si era intestardito a sciogliere il loro matrimonio, da cui non erano nati figli.

Sarebbe stato in questo modo più semplice legittimare l’usurpazione di Urbino e del Montefeltro. Elisabetta rifiutò categoricamente, tenendo testa coraggiosamente al Pontefice dichiarò che “Preferiva tenere Guidubaldo per fratello, piuttosto che rifiutarlo come marito.”

Parole che fecero il giro delle corti italiane, suscitando ammirazione e stupore. Passata la bufera rientreranno a Fossombrone, finchè l’11 aprile 1508 Guidubaldo dovette congedarsi per sempre dalla sua adorata Elisabetta. Lei si chiuse in una stanza dalle imposte serrate e stette per otto giorni seduta su di un materassetto, senza mangiare, con la sola luce di una candela posta a terra.

Nonostante Elisabetta fosse ancora giovane non si volle mai risposare e si diceva che il ciondolo a forma di scorpione, simbolo di freddezza, che portava sulla fronte, fosse fatto per scoraggiare i numerosi ammiratori.

Fossombrone, città dell’amore e della bellezza, rende omaggio a questo amor cortese, in occasione della Giornata Internazionale dei Musei con una visita guidata ai luoghi de “L’amore ai tempi di Guidubaldo e Elisabetta”.

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Riccardo Reina