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Una ragazza che visse la santità nella Lucca di fine Ottocento…

Gemma Galgani nacque il 12 marzo 1878 a Borgonuovo di Camigliano e nel 1886 perse la madre per la tubercolosi.

L’anno dopo, durante il ritiro della Prima Comunione, un forte desiderio di rimanere unita a Dio le fece prendere la decisione di diventare religiosa.

A sedici anni Gemma vide morire anche il fratello, giovane seminarista e un giorno, mentre indossava un orologio d’oro, le appare l’angelo custode e le disse che i gioielli di una sposa del Crocifisso erano le spine e la croce.

Dopo questa visione, Gemma promise di non portare più cose che sapessero di vanità.

Nel 1897 morì il padre e la ragazza, in misere condizioni, fu ospitata dalla zia a Camaiore.

La sua bellezza non passò inosservata e un paio di giovani di buona famiglia si fece avanti per sposarla.

Dopo aver rifiutato i ragazzi Gemma tornò a Lucca e cercò più volte di entrare in convento, ma inutilmente, poiché non era in buone condizioni di salute né aveva una dote.

Gli avvenimenti le fecero scoprire la vocazione di partecipare alla passione di Cristo dando il proprio contributo per la salvezza dei peccatori.

A venti anni una grave malattia le paralizzò le gambe e il 2 febbraio 1899 i medici la diedero per spacciata, ma lei pregò con fede e il 3 marzo guarì miracolosamente per intercessione di San Gabriele dell’Addolorata, che più volte le apparve e la confortò, chiamandola “Sorella mia!”.

Le esperienze mistiche divennero sempre più frequenti, fino al dono delle stimmate nel giugno 1899 e i guanti neri e l’abito scuro e accollato nascosero i sigilli della Passione che, insieme ai segni della flagellazione, si aprivano ogni sera del giovedì fino alle 15 del venerdì.

Trasferitasi presso la famiglia Giannini, Gemma conobbe padre Germano, che le fece da direttore spirituale, gli scrisse 144 lettere e su suo consiglio lavoro all’Autobiografia in cui raccontava gli eventi della sua vita.

Nel 1902 Gemma si ammalò di tubercolosi e l’11 aprile 1903, sabato santo, morì all’età di 25 anni. Sul petto le è messo dal sacerdote il distintivo passionista, il cuore.

Nel 1933 fu dichiarata Beata e il 2 maggio 1940 Pio XII la innalzò alla gloria dei Santi e la addita a modello per la pratica eroica delle sue virtù cristiane e la sua memoria si celebra l’11 aprile.