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A La Spezia il calcio arrivò il 10 ottobre 1906, quando il commerciante svizzero Hermann Hurny fondò, con la collaborazione di alcuni connazionali, la sezione football dello Sport Club, che svolse partite amatoriali contro squadre di marinai di passaggio soprattutto inglesi e francesi.

Il 20 novembre 1911, per iniziativa di un gruppo di studenti nasce lo Spezia Foot Ball Club. Il 3 dicembre si tiene la prima assemblea del sodalizio che elegge come primo presidente, il prof. Francesco Corio. Il 20 gennaio 1912, gioca la prima partita ufficiale in piazza d’armi, contro la Virtus Juventusque Livorno che si chiude sul 2-2.

Il primo conflitto mondiale costrinse il calcio a farsi da parte e molti giocatori, tra cui anche gli atleti dello Spezia, a rispondere alla chiamata alle armi, come l’eroe di guerra e alpino Alberto Picco, capitano e primo marcatore della storia aquilotta, scomparso nella battaglia per la conquista del Monte Nero nel maggio del 1915, cui oggi è intitolato lo stadio spezzino.

Cessate le ostilità, lo Spezia s’iscrisse per la prima volta a un campionato federale e assunse, in onore della Pro Vercelli i colori attuali passando dal celeste alla maglia bianca con pantaloncini e calzettoni neri. Nello stesso anno s’inaugura il nuovo stadio Picco, con una gara contro la Juventus in amichevole. Mentre alla prima giornata di campionato l’incontro Spezia-Vado termina 0-1. E’ l’unica sconfitta del campionato per lo Spezia, che a fine stagione è promosso in prima divisione (una sorta di attuale serie cadetta). Nel campionato 1928-29, domina il girone A della Prima Divisione ed è ammesso alla neonata Serie B.

Per l’annata 1935-36, viene modificata la formula dei tornei, lo Spezia si ritrova nella nuova Serie C. Cambia denominazione in A. C. Spezia e vince il campionato. Il 16 maggio 1937, lo Spezia si trovò a giocare per il terzo posto finale, valevole per la promozione, ma pareggiò contro il Venezia e arrivò quarto a un punto dal Modena.

Nel 1940, gli aquilotti vincono il proprio girone di serie C (erano appena retrocessi) e accedono agli spareggi per la B. Un gol regolare contro il Savona viene annullato. Il reclamo è respinto ma l’esclusione del Palermo per motivi finanziari permette un nuovo ritorno in B.

Durante il secondo conflitto mondiale il calcio proseguì in un’Italia spezzata dalla linea gotica. La Federcalcio per il 1944 organizzò un torneo diviso in gironi zonali, organizzato su base regionale per le prime tre fasi e nazionale per la fase finale. Il presidente Perioli era stato catturato e inviato nei campi di concentramento in Germania; Semorile, l’unico rimasto, decise di contattare il comandante dei Vigili del Fuoco cittadini, l’ing. Gandino, per allestire una squadra in grado di affrontare il torneo. Costituì un ottimo stratagemma per sottrarre i calciatori agli obblighi del servizio militare. La squadra assunse quindi la nuova denominazione 42° Gruppo Sportivo VV.F. La Spezia, e come allenatore fu ingaggiato Ottavio Barbieri, già tricolore con la maglia del Genoa e giocatore della Nazionale. Per le trasferte si spostavano con le autobotti dei pompieri. Vinsero il proprio raggruppamento il Girone D della Zona Emilia, Corradini Suzzara, Fidentina, Parma e Busseto. Sempre nella stessa zona, s’impose anche nella semifinale B, davanti ancora alla formazione di Suzzara, Carpi e Modena. Nelle qualificazioni interzonali, stante la rinuncia della Lucchese, l’unico avversario fu il quotato Bologna. All’andata, in seguito alla sospensione della gara per proteste, le aquile vinsero 2 a 0 a tavolino, mentre al ritorno i felsinei disertarono l’incontro. Il girone finale per il titolo, venne disputato a Milano fra il 9 e il 20 luglio 1944. Di fronte agli spezzini due squadre importanti come Venezia e Torino FIAT, che era praticamente il Grande Torino, rinforzato da Silvio Piola, vincitore dell’ultimo scudetto.

La gara di esordio vide gli spezzini pareggiare 1-1, contro i veneziani, nella seconda partita disputata il 16 luglio, i Vigili del fuoco s’imposero a sorpresa sul Torino per 2-1, con Valentino Mazzola, che nel finale colse una clamorosa traversa. L’incontro decisivo fu quello che vide i granata travolgere i lagunari per 5-2, consegnando di fatto il titolo agli spezzini per la differenza reti. Che seppero del risultato solo sulla strada del ritorno.

La vittoria era quindi dello Spezia ma, a campionato finito, la Federcalcio dichiarò che il titolo sarebbe rimasto al Torino, mentre ai liguri fu assegnata la Coppa Federale.

La Figc riconobbe allo Spezia il titolo sportivo onorifico solo 58 anni dopo, il 22 gennaio 2002.

Al termine della guerra, la situazione dello Spezia era assai difficile e, in virtù dei campionati disputati in Serie B negli anni precedenti e dello scudetto appena conquistato, chiese l’ammissione alla nuova Serie A.

La richiesta fu rifiutata e la società, sia per protesta sia a causa dei problemi del momento, prese parte al campionato di Prima divisione ligure nel girone A.

Un anno dopo la Federazione, in contraddizione con l’atteggiamento tenuto in precedenza, riammise lo Spezia nella serie cadetta; il campionato 1946-47 si concluse con un terzo posto.

In questa stagione si mette in evidenza il difensore spezzino doc Sauro Tomà, che a 21 anni disputa una brillantissima stagione, attirando molti osservatori delle squadre più importanti, tra questi il primo è Ferruccio Novo, presidente del Grande Torino. Lo porterà in granata, in cambio di ben cinque calciatori girati allo Spezia. A Torino sarà poi uno dei primi rincalzi in particolare di Virgilio Maroso, ma sarà frenato dagli infortuni. Sarà l’unico sopravvissuto di quella grande squadra, scampato allo schianto di Superga, proprio per via di un problema al ginocchio che non lo fece salire sull’aereo.

Nel 1947-48 il quarto posto in campionato permise allo Spezia di accedere alla Serie B, dove fu necessario uno spareggio a Milano contro il Parma per riuscire ad ottenere la salvezza.

La stagione successiva un bel sesto posto in classifica, prima della discesa che cominciò al termine del campionato 1950-51, ultimo campionato di Serie B, saranno tre retrocessioni di fila, che portarono gli aquilotti in Promozione Ligure. Per risalire la china lo Spezia si fonda con l’Arsenalspezia dando vita alla nuova società A.C. Spezia-Arsenal, colori sociali: bianco e celeste, ripartendo dalla IV serie. Nel 1958-59, s’iscrive con la nuova denominazione, Spezia FBC 1906, recuperati i colori sociali usuali, risale di nuovo in Serie C e vi rimane quattro stagioni, seguite da quattro stagioni in serie D. In questo periodo veste la maglia bianca Nedo Sonetti che disputa 87 incontri, nel ruolo di stopper vecchio stampo. Seguono anni in terza serie ad un passo dalla promozione nel ’68 ma vicina a cadere in D nel 76. Campionati in cui lo Spezia, chiude a metà classifica, dove gli unici scontri d’interesse per il pubblico erano i classici derby con le vicine squadre toscane ed emiliane.

Al termine della stagione 1979-80, lo Spezia chiude terzo dietro Prato e Rondinella, ma quest’ultima rimane coinvolta in un caso d’illecito. Sei punti in meno ai fiorentini e Spezia in C1. Massimo Barbuti, prelevato dalla Cerrettese con 23 reti è il bomber dei record.

Nella stagione 1980-81, nonostante il bomber Barbuti vada a bersaglio 17 volte, ci fu la retrocessione in Serie C2 con soli 19 punti e nel 1982-83 addirittura la retrocessione nel campionato Interregionale, con gli aquilotti poi ripescati grazie alla rinuncia del Banco Roma. Nelle due stagioni successive arrivano salvezze faticose, grazie alla differenza reti.

Per il 1985-86, la squadra viene affidata dall’allenatore spezzino Sergio Carpanesi e arrivano dei giocatori che segnano la storia del sodalizio come il sanguigno capitano Sergio Borgo, il bomber Andrea Telesio, il difensore Brilli e Bepi Pillon. Durante la stagione il presidente Pietro Rossetto, è arrestato e la società arriva al fallimento. I giocatori, senza stipendio riescono comunque a conseguire un secondo posto che vale la promozione in Serie C1. Nella categoria superiore lo Spezia riesce a conquistare per due volte la salvezza, passando anche dalla guida di Gian Piero Ventura, e nel gruppo storico si aggiungono a centrocampo Luciano Spalletti, Daniele Carnasciali sulla fascia e l’attaccante Tiziano Ascagni.

Nella stagione 1988-89 lo Spezia sfiora la Serie B, sempre con Carpanesi in panchina; è la squadra di Ceccaroni del bomber tascabile Oscar Tacchi e del portiere Rollandi. A poche giornate dalla fine la promozione sembra cosa fatta, ma arriva una frenata che costringe gli aquilotti a giocarsi tutto negli ultimi 90 minuti sul campo della storica rivale Lucchese. I toscani di Corrado Orrico, senza aver più nulla da chiedere al campionato, vincono per 3-1, facendo saltare la promozione degli spezzini. Dopo la B sfiorata, la società si sfalda e se ne vanno i migliori giocatori e seguono campionati anonimi.

Al termine dell’annata 1993-94 lo Spezia chiude il campionato al 16° posto, ai play-out viene sconfitta da un’altra rivale storica la Massese, ai tempi supplementari, retrocedendo, ma poi viene ripescata. Dopo il buon campionato 1994-95, nel torneo successivo incontra un nuovo fallimento che portò alla creazione dello Spezia Calcio 1906 che ottiene la salvezza ai play-out contro la Pro Sesto. Retrocessione che arriva comunque al termine del campionato 1996-97, dopo una stagione disastrosa, lo Spezia chiude all’ultimo posto.

Nel 1997-98 guidato in società dall’ex capitano Sergio Borgo, in panchina da Luciano Filippi e in campo Bracaloni, Cioffi, Sottili e Igor Zaniolo (papà del talento romanista Niccolò), storico bomber aquilotto con 35 centri in quattro stagioni, aggancia la quinta posizione con un buon finale di campionato. Nella semifinale play-off passa sul campo della favorita Rimini con un gol in pieno recupero di Chiappara. In finale a Pistoia viene però superato dall’Arezzo, di Serse Cosmi.

Nella stagione successiva, sempre con Filippi in panchina, lo Spezia si piazza nuovamente al quinto posto, ai play-off, si arrende all’Albinoleffe.

Per la stagione 1999-00, arriva un cambiamento radicale, con la proprietà che passa nelle mani di quattro imprenditori milanesi, sempre con Borgo ds, costruiscono una vera e propria corazzata per la Serie C2. Ritorna il beniamino dei tifosi Chiappara e vengono acquistati Bordin, Coti, Melucci e Carlet. L’allenatore è Andrea Mandorlini, che porta alla promozione con largo anticipo e nessuna sconfitta in squadra anche Stefano Sottili e portiere Rubini. Da neopromossa, punta al doppio salto, ma ai play-off cede al Como.

Arrivano altri giocatori importanti come il bomber Giovanni Pisano, Buso, Caverzan e Dall’Igna, alcuni con esperienza anche in serie A. Conquista 70 punti e due sole sconfitte, grazie anche ai 21 gol di Pisano. Gli aquilotti si giocano il salto di categoria ai play-off contro la Triestina che li supera.

Nelle annate successive gli aquilotti si assestano su posizioni di centro classifica. Dopo vari anni l’imprenditore Zanoli è lasciato solo dai suoi soci e solamente l’ingresso dell’Inter di Massimo Moratti nella società salva la società da un nuovo fallimento. Nel 2005, arriva la conquista della Coppa Italia Serie C vinta in finale contro il Frosinone.

Al termine della stagione 2005-06 lo Spezia ottiene il tanto atteso ritorno in Serie B, categoria dalla quale era assente da cinquantacinque anni. La certezza della promozione arriva il 1º maggio 2006 nella trasferta di Padova, con oltre cinquemila tifosi al seguito. Squadra che vede in panchina Antonio Soda, in porta Rubini, in difesa Gorzegno e Maltagliati, a centrocampo Ponzo, Padoin, Ciarcià e Saverino, in attacco la coppia Guidetti-Varricchio. In serie cadetta, sempre con Soda alla guida, si salva ai play-out contro il Verona. Nel 2007-08, lo Spezia chiude al 21º posto con conseguente retrocessione, con una grave situazione societaria. Il 4 agosto 2008, lo Spezia viene acquistato da Gabriele Volpi,  noto nell’ambiente sportivo in quanto patron della squadra di pallanuoto della Pro Recco. La squadra riparte dalla Serie D, con tecnico è l’ex difensore blucerchiato Marco Rossi, reduce dal biennio alla Pro Patria, che porta con sé diversi uomini, per formare la base della squadra. Chiude la stagione al secondo posto alle spalle della Biellese, viene poi ripescata in Lega Pro Seconda Divisione. Per la nuova stagione la panchina viene affidata a un altro ex doriano come Attilio Lombardo che a ottobre viene sostituito da D’Adderio, che porta la squadra al 2º posto finale in campionato grazie alle reti di Nunzio Lazzaro e Alessandro Cesarini.

In Prima Divisione si presenta con D’Adderio sulla panchina che viene esonerato e poi richiamato, chiudendo al sesto posto.

Nell’annata successiva, viene allestita una squadra per dare all’assalto alla Serie B affidata come DS a Moreno Zocchi e in panchina a Elio Gustinetti. Arrivano giocatori importanti ma l’avvio di campionato è pessimo con l’esonero del tecnico bergamasco, al suo posto Michele Serena. Un campionato che diventa esaltante e drammatico allo stesso tempo, con il Trapani che va in fuga con 11 punti, l’arresto del centrocampista Carrobbio per il calcioscommesse. Da marzo il Trapani crolla, con gli aquilotti che invece ingranano la quarta, e vincono le ultime cinque gare. Il 6 maggio arriva la data del ritorno in serie cadetta, dopo la vittoria interna sul Latina per 3-0. Il 2 maggio era arrivata anche la vittoria nella Coppa Italia Lega Pro contro gli storici rivali del Pisa. Il 17 maggio, arriva il triplete di categoria, con la conquista la seconda Supercoppa di Lega contro la Ternana.

In Serie B, viene confermato Serena, che però viene esonerato a gennaio, sostituito da Gianluca Atzori, poi è la volta dell’esperto Gigi Cagni, che riesce a portare la squadra in salvo.

La rosa viene in gran parte rivoluzionata, affidando la panchina all’emergente Giovanni Stroppa, che dura però fino a dicembre, al suo posto Devis Mangia, che raggiunge i play-off, dove viene subito eliminato dal Modena. Nella stagione 2014-15, sotto la guida di Nenad Bjelica, lo Spezia termina il campionato al quinto posto; viene poi eliminato al turno preliminare dei play-off dall’Avellino. Nell’annata seguente Bjelica viene esonerato a metà novembre 2015, al suo posto è chiamato Mimmo Di Carlo il quale porta i liguri al settimo posto finale, che vale per il terzo anno di fila ai play-off, dove gli spezzini cadono in semifinale con il Trapani. Nel campionato successivo sempre con Di Carlo, la squadra si qualifica per la quarta volta consecutiva ai play-off, ma viene eliminata al turno preliminare dal Benevento. Nel campionato 2017-18, sotto la guida dell’ex capitano Fabio Gallo, arriva a metà classifica. Nell’annata successiva, l’allenatore è Pasquale Marino, il quale riesce a portare lo Spezia al sesto posto finale; ai play-off, gli aquilotti vengono sconfitti in casa al primo turno per 2-1 dal Cittadella.

Il calcio a La Spezia ha avuto un altro capitolo chiave della sua storia, al termine della stagione 2019-20, con la prima promozione in A, dopo aver superato in finale play-off il Frosinone, grazie al tecnico esordiente Vincenzo Italiano, che tuttora guida i liguri nella loro prima avventura nella massima serie.