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Nel 1966 a ospitare i mondiali di calcio furono gli inventori del gioco del calcio, gli inglesi che erano determinati a non sfigurare di fronte al pubblico di casa.

Le iscritte a quest’edizione furono settanta e l’Africa, presente con diciassette formazioni, si sentì discriminata poiché, dopo le eliminatorie, le squadre dovettero affrontare le vincenti delle qualificazioni di Asia e Oceania per ottenere l’unico posto riservato a questi tre continenti, situazione che favorì la Corea del Nord.

L’Italia arrivò al mondiale tra le favorite, dopo che nel 1963 a Wembley il Milan fu la prima squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni, contro il Benfica di Eusebio, poi nel 1964 e 1965 ci furono i successi dell’Inter di Helenio Herrera, contro Real Madrid e ancora Benfica, oltre alle prime due vittorie italiane nell’Intercontinentale contro l’Independiente.

Nel girone di qualificazione l’Italia battè la Finlandia e la Polonia per 6-1, e rifilò un 3-0 alla Scozia, poi travolse la Bulgaria per 6-1, l’Argentina per 3-0 e il Messico per 5-0, il commissario tecnico Fabbri nella sua squadra aveva come punte di diamante i giocatori del Bologna, vincitore dello scudetto del 1964 nello spareggio con l’Inter.

Al mondiale l’Italia partì con un secco 2-0 al Cile ma, nella successiva partita con l’Unione Sovietica fu sconfitta con un 1-0.

Rimaneva la partita con la Corea del Nord e Ferruccio Valcareggi, inviato a osservarla, disse che era una banda di Ridolini.

Invece la Corea passò in vantaggio al 42’ con Pak Doo Ik, un sergente dell’esercito, mentre Bulgarelli rimase in campo infortunato e l’Italia fu clamorosamente eliminata.

Sulla sconfitta Gianni Brera scrisse un articolo di fuoco, gli azzurri furono fatti rientrare in gran segreto a Genova nella notte ma non riuscirono a evitare il lancio di pomodori ed Edmondo Fabbri non venne esonerato, ma fu squalificato dalla Figc.

Nel proseguo del torneo la Corea del Nord sfidò nei quarti di finale il Portogallo del grande Eusebio, che con quattro gol ribaltò il risultato, fissato sul 5-3.

Nel gruppo 3 ci fu l’eliminazione del Brasile, ad opera dell’Ungheria, in una partita in cui mancava Pelé, malmenato dai bulgari nella sfida precedente.

Ad approdare in semifinale furono l’Inghilterra, la Germania Occidentale, il Portogallo e l’Unione Sovietica e alla fine, la finale vide Inghilterra e Germania Ovest.

La partita, intensa e combattuta, vide dopo un gol tedesco gli inglesi, per l’occasione in una divisa rossa, pareggiare e passarono in vantaggio, ma al 90’ la Germania pareggiò 2-2 e si andò ai supplementari.

Al 101 minuto Hurst tirò, il pallone colpì la traversa e rimbalzò vistosamente sulla linea, gli inglesi esultarono e il guardalinee, il sovietico Bakramhov, indicò il centro del campo convalidando un gol inesistente.

I tedeschi protestarono, ma l’allenatore Schön li calmò e al 120’ Hurst segnò il 4-2 che sancì l’unica vittoria inglese nella Coppa del Mondo.