leonidas da silva

Prima di Ronaldo, di Pelé e Garrincha, e che il Brasile diventasse la grande potenza del calcio mondiale, c’era un attaccante formidabile, Leonidas da Silva, capocannoniere del Mondiale Francia 1938 e che divenne noto per un gesto atletico che l’avrebbe reso leggendario, cioè la rovesciata.

Nato a Rio de Janeiro il 6 settembre 1913, Leonidas cominciò a giocare a calcio sulla sabbia di Copacabana, Ipanema e  Leblón, ma subito gli osservatori si accorgessero delle qualità di quel ragazzo, poi ribattezzato diamante nero per la sua tecnica e uomo di gomma per la sua elasticità atletica.

Dopo i primi anni nelle squadre locali del Syrio e Libanez e del Buonsuccesso, Leonidas venne convocato in nazionale appena 19enne ed esordì nel secondo tempo di una partita contro l’Uruguay,  segnando due gol.

La doppietta convinse  gli emissari del Peñarol, la più forte squadra di Montevideo, a offrire al giovane calciatore il primo contratto con un grande club, che fu l’unico di un’intera carriera fuori dal Brasile.

Leonidas giocò un solo anno in Uruguay, ma confermò le sue doti di bomber mettendo a segno 28 centri in 25 partite, poi tornò in patria, dove giocò per altri 16 anni, fino al 1950, l’anno del Maracanaço, con le maglie di Vasco da Gama, Botafogo, Flamengo e São Paulo.

Nella sua carriera con i club vinse tre volte il campionato carioca, col Vasco e col Botafogo e col Flamengo, e altre cinque il campionato paulista, tutte col São Paulo nel 1943, 1945, 1946, 1948 e 1949.

Per due volte fu capocannoniere del campionato carioca,  nel 1938 e 1940, e segnò complessivamente 379 gol.

Leonidas giocò due Mondiali, quello di Italia 1934 e quello di Francia 1938, ma la prima esperienza si rivelò molto breve per lui e la nazionale brasiliana, eliminata subito, al primo turno, dopo una sconfitta per 3-1 subita contro la Spagna, ma fu proprio lui a segnare l’unico gol della Seleção in quella partita.

La seconda, per Francia 1938, fu più avvincente e il Brasile, trascinato dai gol di Leonidas, superò la Polonia in un ottavo di finale spettacolare, concluso per 6-5 dopo i supplementari, con una tripletta del Diamante Nero, poi eliminò la Repubblica Ceca ai quarti, dovendo ricorrere alla seconda partita dopo che la prima si era conclusa per 1-1.

Leonidas segnò in entrambe le gare, portandosi a quota 5 centri.

In semifinale il Brasile incontrò l’Italia e il ct sudamericano Pimenta, sicuro di vincere la partita da aver già comprato i biglietti per il volo per Parigi, si concesse il lusso di lasciare a riposo Leonidas. L’Italia però vinse 2-1 e alla star del mondiale non restò che condurre la squadra al terzo posto con una doppietta nella finalina di consolazione vinta per  4-2 contro la Svezia.

Dopo aver lasciato il calcio Leonidas ebbe una breve esperienza da allenatore per poi diventare un commentatore tecnico.

Il diamante nero del Brasile mori a San Paolo il 24 gennaio 2004, all’età di 90 anni.