Arona

Tra i reperti più particolari rinvenuti al Lagone di Mercurago da Bartolomeo Gastaldi ci sono senz’altro dei curiosi piccoli coni, forati in corrispondenza del diametro massimo, in un materiale vetroso di colore azzurro intenso.

Questi oggetti, ritenuti al momento della scoperta una collana (ne furono recuperati ben 16!) e che fanno parte delle collezioni del Museo di Antichità di Torino, hanno attirato l’attenzione di numerosi studiosi , per cui oggi possiamo meglio comprendere il materiale con cui sono realizzati, la funzione e la datazione.

Per quanto riguarda il materiale si tratta a tutti gli effetti dell’antenato del vetro, una pasta vetrosa detta #faïence, con un cuore di cristalli quarzosi cementati di colore grigio e un rivestimento superficiale di vetrina brillante e colorata.

Questo materiale è il risultato della fusione di un composto di sabbia, un materiale vetrificante (detto anche fondente, a base alcalina, che nella “ricetta” riscontrata in Europa pare fosse cenere vegetale) e un minerale colorante, il rame.

Si pensa che la scoperta e la padronanza della tecnica di produzione di questa materia sia stata appannaggio degli stessi artigiani che lavoravano il bronzo, poiché le materie prime impiegate sono analoghe.

Se le prime attestazioni di faïence si registrano in Oriente, il materiale venne ben presto padroneggiato anche dagli artigiani europei che idearono prodotti originali, con diffusione circoscritta.

Questo è il caso dei nostri bottoni conici che sono concentrati in Italia settentrionale nell’età del Bronzo Medio (1600-1325 a.C.), e si ritiene fossero applicati alle vesti, proprio come i nostri bottoni, anche se forse avevano più che uno scopo pratico, una funzione ornamentale.

Anche per quanto riguarda i bottoni conici il Lagone di Mercurago registra un primato: si tratta infatti del sito archeologico che ha restituito il maggior numero di esemplari, ben 16 ritrovati dal Gastaldi, cui si aggiunge un singolo esemplare al Museo di Novara, forse sempre da Mercurago.

Altre località tra Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna hanno restituito singoli esemplari o al massimo quattro! (come si può vedere nella cartina) Chissà che presso il villaggio del Lagone non ci fosse un artigiano che produceva questi bottoni!?!

Palafitte preistoriche dell’arco alpino – Italia

Commissione Nazionale Italiana Unesco

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Archeologia

Il museo è aperto e visitabile in questi giorni e orari:
martedì ore 10-12 (ingresso gratuito e libero)
sabato e domenica ore 15.30-18.30 (ingresso gratuito, richiesta la prenotazione al n. 0322 48294)

PER INFORMAZIONI
Archeomuseo Khaled al-Asaad, piazza San Graziano 36, Arona
tel. 0322 48294; archeomuseo@comune.arona.no.itwww.archeomuseo.it