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Tra gli antichi testi di guarigione del tempo passato, si nomina spesso una pianta le cui lacrime erano viste come magiche, spesso usate a scopi spirituali e addirittura soprannaturali.

Quella pianta è l’Iperico o Erba di San Giovanni, il cui vero nome è Hypericum perforatum, considerata una delle piante che hanno da sempre affascinato uomini e donne, non solo per il misticismo che l’accompagna, ma anche per gli effetti portentosi che ha sulla pelle e sulla mente, non comuni per una piantina dall’aspetto così esile.

Vista da molti come una pianta magica, l’erba ha una lunga storia, caratterizzata da sfumature culturali e leggende ancora oggi molto conosciute.

Nelle antiche culture in cui si celebrava il solstizio, l’Iperico ebbe un ruolo di grande importanza, poiché la forma e il colore dorato dei suoi fiori ricordano il sole, e per questo era considerato un portatore di luce.

Inoltre il tempo balsamico dell’Iperico, cioè il momento in cui la pianta ha la maggiore quantità di principi attivi e pertanto dovrebbe essere raccolta, coincide proprio con il solstizio d’estate, che è il giorno più lungo dell’anno, in cui la luce solare domina sulle tenebre.

Non a caso, l’iperico è anche un ottimo anti-depressivo, come se catturasse la vitalità dei raggi solari per restituirli a quelli che ne hanno più bisogno, dopo che tra il 23 e il 24 Giugno si festeggia una notte molto particolare che inizia, la mattina del 23 e prosegue sino a notte fonda, quando avviene l’evento magico dell’unione tra Sole e Luna, pieno di energie benefiche.

La leggenda narra che furono i primi cristiani, nel I secolo d.C. ad aver nominato l’Iperico come Erba di San Giovanni, in onore a Giovanni Battista, visto che i fiori dai colori gialli vivaci di solito compaiono proprio intorno al 24 giugno, dove si celebra appunto il compleanno del Santo, che il momento dove l’Iperico si erge dritto al sole e spunta ovunque lungo i fossati e nei boschi.

Ma l’Iperico è l’erba di San Giovanni per un altro motivo, giacché un’antica leggenda lo lega alla devozione verso Giovanni l’Apostolo, il prediletto da Gesù, che fu l’autore dell’Apocalisse.

Si racconta che l’apostolo Giovanni, quando lasciò il Calvario della crocefissione, raccolse dei fiori di Iperico in memoria del suo Maestro e la disposizione sorprendente dei suoi cinque petali gialli assomiglia a un’aureola che, quando sta per essere colta, sprigiona un liquido rosso cremisi che molti nel Medioevo credevano simboleggiasse il sangue versato da Gesù per il suo amato discepolo Giovanni.