Un’oasi verde, un giardino proprio nel centro di Pavia, un luogo da vivere e godere passeggiando tra le aiuole, le piante fiorite, le piccole fontane…

Praticamente nel centro di Pavia, non lontano dal Palazzo del Comune, troviamo l’Orto Botanico. Da via S. Antonio Giovanni Scopoli s’intravede la facciata principale, con una maestosa scalinata, mentre l’entrata riservata ai visitatori è in via  Sant’Epifanio.

All’ingresso non si ha l’idea di quello che si potrà vedere dopo, un elegante chiostro, una biblioteca che racchiude erbari e libri antichi, e poi un parco/giardino ricco di fiori, piante, fontane, statue, un grazioso laghetto.

E’ un giardino pieno di colori, di profumi, qualche panchina, tranquillità.

Le fonti dicono che fin dal 1520 era presente un Orto a Pavia che conservava collezioni di Piante Officinali presso l’abitazione di Leonardo Leggi, allora lettore di Medicina Pratica Ordinaria dell’Università, ma l’ubicazione di questo primo Orto non è ancora oggi molto chiara, poiché si ritiene abbia cambiato sede più volte durante il lettorato dei Semplici, in cui si susseguirono circa una trentina di lettori.

Nel 1763 fu nominato lettore Fulgenzio Vitman, che convinse l’autorità a creare una struttura utile per l’insegnamento della Botanica pavese, cosi nel 1773 fu inaugurato l’Orto Botanico di via Sant’Epifanio, istituito con decreto del Plenipotenziario di Casa d’Austria a Milano, Conte Carlo Firmian.

Per la progettazione dell’Orto pavese fu usato come modello l’Orto dei semplici di Padova e si scelse di ricorrere in particolare all’esperienza di Giacomo Marsili, che lo dirigeva.

Nel 1774 fu insediato nell’edificio il Laboratorio di Chimica e nel 1775, sotto la direzione di Valentino Brusati (1773-1777) e con Giosuè Scannagatta come curatore, l’Orto era già aperto, mentre solo nel 1776 venne avviata la costruzione delle grandi serre in legno ideate da Giuseppe Piermarini.

Nel 1777, quando assunse la direzione Giovanni Antonio Scopoli (1777-1788) l’Orto Botanico arrivò al suo assetto definitivo, molto simile agli Orti Botanici più celebri.

Dal 1997 l’Orto Botanico fa parte del Dipartimento di Ecologia del Territorio e degli Ambienti Terrestri, dove è confluito l’Istituto di Botanica, con direttore Francesco Sartori.

L’Orto Botanico si estende su una superficie coltivabile di circa due ettari ed è caratterizzato da una stratificazione di presenze storiche, nate da varie attività condotte in diversi momenti, alcune ora allo stato residuale, come l’arboreto gimnosperme, l’arboreto angiosperme e le piante officinali.

L’Erbario di Pavia, localizzato nell’edificio dipartimentale, all’interno dell’Orto Botanico, fu fondato nel 1780 e oggi comprende un Erbario dedicato alle piante vascolari, di cui fanno parte l’Erbario Lombardo, con circa 23000 essiccati di flora lombarda, Erbario Generale e raccolte personali, riferibili a singoli autori quali Ciferri, Cobau, Gasparrini, e un Erbario Crittogamico, con raccolte Lichenologiche, Briologiche, Micologiche, Algologiche e di Myxomiceti.

La parte del giardino attualmente destinata a ospitare la collezione di rose è suddivisa in tre grandi aree, un folto gruppo di rose selvatiche, raccolte nelle aiuole marginali, con specie e ibridi naturali, le rose antiche, collocate in modo da evidenziare i legami con le sezioni precedenti e gli ibridi moderni nelle aiuole centrali.

Nell’Aiuola del Tè si trovano gli arbusti di tè (Camelia sinensis forma biologica ticinensis) coltivati dalla fine del XIX secolo.