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Con la giacca verde scuro, panciotto a fiori, calzoni corti e scuri, calze a righe rosse e in testa un cappello a tre punte da cui spunta un codino alla francese, Meneghino è da sempre la maschera simbolo di Milano.

Meneghino è onesto e laborioso, capace di mimetizzarsi secondo le situazioni, oltre a saper chiacchierare e prendere in giro i difetti dei nobili.

Anche se Meneghino è comunemente identificato come un personaggio della Commedia dell’Arte, nasce come un personaggio vero e proprio ideato da Carlo Maria Maggi, scrittore milanese vissuto nel Seicento.

La sua prima apparizione è nella commedia Il manco male del 1695 in cui compare nel prologo e in alcune scene slegate dall’azione principale.

Nel libro “Le rime e le commedie meneghine “di Carlo Maria Maggi di Federico Barbieri, pubblicato nel 1917, è descritto come un servo del tipo che accompagnano in chiesa, la domenica, la dama, con maniere tutte loro.

Si tratta di un personaggio che non indossa nessuna maschera fisica e non è caratterizzato da nessun trucco particolare.

Meneghino compare anche in altre tre commedie di Maggi Il Barone di Birbanza (1696), I consigli di Meneghino (1697) e ne Il falso filosofo (1698).

Grazie al successo di queste commedie inizia la trasformazione di Meneghino in una vera e propria maschera e la sua fama eclissa la figura di Baltramm de Gagian, cioè quella di un contadino rozzo che abitava a Gaggiano, che allora era il simbolo dei milanesi.

Dopo la morte del Maggi, il personaggio di Meneghino fu utilizzato anche da diversi altri autori, anche se ebbe un piccolo declino, ma fu rivitalizzato dal poeta milanese Carlo Porta (1775-1821) che apportò qualche modifica al personaggio che, se con Maggi aveva vari riguardi verso le figure nobili, con Porta questi vennero meno.

Nell’Ottocento il personaggio di Meneghino fu portato al successo da Giuseppe Moncalvo (1781-1859) che lo inserì in ogni tipo di commedia e diede vita a una improvvisazione su temi del giorno, dando al personaggio una connotazione patriottica in particolare nel periodo del 1848.

Dopo Moncalvo, Meneghino fu interpretato da Luigi Preda, poi da pochi altri personaggi e  progressivamente scomparve dalle scene teatrali mentre rimase come burattino nel teatro delle marionette.

Nel Carnevale Ambrosiano da sempre il furbo servo è accompagnato da un’altra maschera popolare milanese, la Cecca, diminutivo dialettale di Francesca, vista come la sua compagna e confidente.