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Fa il suo ritorno a Seregno, in provincia di Monza, dall’8 al 10 aprile, il Mercatino Regionale Francese, grazie alla collaborazione di Viviseregno.

Per i visitatori, in piazza Segni, ci sarà un piccolo angolo di Francia con specialità enogastronomiche e prodotti di artigianato tipici della tradizione francese.

Da non perdere saranno le tantissime eccellenze locali, con oltre ottanta tipi di formaggi, un’ampia gamma di vini delle regioni vinicole d’Oltralpe, biscotti bretoni di venti varietà di ripieno, una grande varietà di cioccolatini tipici, baguette e croissant, crêpes e macarons, una vasta selezione di spezie e frutta disidratata.

Tra i prodotti di artigianato tipico ci saranno lavanda e oli essenziali, saponi, profumi e make up, tovaglie provenzali, bjjoux e molto altro.

Ma com’è la storia di Seregno, piccolo borgo della Brianza?

L’origine romana di Seregno è stata più volte dibattuta, considerando la forte impronta che Roma lasciò nella Brianza fin dai tempi della conquista avvenuta nel corso del II secolo a.C. e alla luce dei ritrovamenti, di alcuni manufatti romani ma, data la mancanza di riscontri, si tende a datare l’origine della città all’età tardo-antica o all’alto medioevo.

Il primo documento su Seregno risale al 1087, dove Pietro da Seregno cede parte dei beni da lui posseduti alla canonica di Sant’Ambrogio di Milano, in cerca di aiuto e protezione.

S’ipotizza cosi che il primo nucleo di Seregno, a quel tempo, era posto sotto la protrazione della Chiesa o la Città di Milano.

Nell’aprile 1138, Seregno passò dall’autorità religiosa e politica del monastero di San Simpliciano a Milano a quella del monastero di San Vittore a Meda, evento che vide un notevole sviluppo demografico ed economico dell’insediamento e la nascita di un’economia locale composta di artigiani, mercanti e proprietari terrieri.

Più tardi, nel corso del XIII secolo, Seregno fu sotto l’influenza del monastero di San Vittore di Meda e del potente Ducato di Milano, che si manifestò in una serie di espropri e successive restituzioni di terre, come accaduto per le terre situate nel quartiere del Ceredo.

Il borgo entrò poi nelle lotte di potere che, in quel periodo, opponevano i Della Torre ai Visconti. Negli anni fra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo la contesa per il possesso della signoria di Milano volse a favore dei Visconti, dapprima con Ottone, poi, definitivamente, con Matteo I.

Allora Seregno era divisa in una parte alta e una parte bassa, dove sorgevano due chiese, dedicate rispettivamente a San Vittore e a Sant’Ambrogio.

Questa strana situazione, prolungatasi nei secoli, avrebbe condotto a una netta separazione di natura sociale e culturale, oltre che fiscale, risolta solo nel Settecento con la demolizione di entrambe le chiese e la loro sostituzione con un’unica chiesa.

Tra i monumenti ci sono l’antica chiesa di San Salvatore, ricostruita nell’Ottocento, il santuario di Santa Valeria, della metà del XVII secolo, la chiesa parrocchiale di San Giuseppe, in stile barocco, l’oratorio di San Rocco, del 1577, e la Torre del Barbarossa, risalente alla fine del 1100, un tempo campanile.