Paolo Grassi fa parte della mia vita, ho avuto il piacere di essere spettatrice di molti spettacoli al Piccolo di Milano.

Vedere una rappresentazione dal vivo è qualcosa di unico, un’esperienza da vivere, un momento da ricordare.

Dal 26 gennaio al 24 marzo presso Palazzo Reale a Milano si tiene la mostra “Paolo Grassi… Senza un pazzo come me, immodestamente un poeta dell’organizzazione”, un omaggio al genio culturale e imprenditoriale di un produttore d’idee, innovazioni e progetti che rappresentano ancora oggi uno dei simboli della città.

La mostra, promossa dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Fondazione Paolo Grassi. si divide in varie sezioni biografiche, tutte corredate da foto, oggetti, disegni, quadri ed interviste televisive, dal mondo di Corrente ai lavori di Grassi al Piccolo Teatro, fino alla sua sovrintendenza al Teatro alla Scala e alla sua presidenza alla Rai, in un intreccio tra pubblico e personale.

Nato a Milano il 30 ottobre 1919 da una famiglia pugliese originaria di Martina Franca, Grassi scoprì giovanissimo una profonda passione per il teatro, quando era uno studente dell’importante Regio Liceo Ginnasio Parini.

Cominciò a lavorare in teatro come regista nel 1937, con l’allestimento dello spettacolo Bertoldissimo e nel 1940 fu l’organizzatore della compagnia Ninchi-Dori-Tumiati, con la quale portò sulle scene La cena delle beffe di Sem Benelli.

Un anno dopo fondò il gruppo d’avanguardia Palcoscenico, del quale facevano parte, come attori, Giorgio Strehler, Mario Feliciani e Franco Parenti.

Alla fine della guerra, nel 1947 Grassi fondò, con Giorgio Strehler, il Piccolo Teatro, il primo teatro stabile ed ente comunale di prosa in Italia, che fu inaugurato il 14 maggio con la rappresentazione dell’Albergo dei poveri di Maksim Gorkij.

Grassi rimase alla direzione del Piccolo venticinque anni, fino al maggio 1972, mentre nel frattempo intravedeva la direzione della Collezione di teatro con Gerardo Guerrieri per Einaudi e un lungo lavoro sulla collana Documenti di teatro dell’editore Cappelli con Giorgio Guazzotti.

Sensibile alle esigenze di Milano, nel 1958 Grassi contribuì alla riapertura del Teatro Gerolamo promuovendovi una scena sperimentale e invitando a parteciparvi gli artisti di tutto il mondo, oltre a riaprire il Teatro Lirico ai grandi spettacoli di prosa, creare la rassegna internazionale Milano Aperta e stimolare il Comune in un’impegnativa operazione di decentramento culturale con i tendoni del Teatro Quartiere.

Quando la sera del 25 aprile 1972 Grassi lasciò per sempre il Piccolo aveva 150 spettacoli, 8000 repliche, tournée in 185 città straniere, in 30 paesi diversi, e una fama internazionale ormai riconosciuta.

Nel 1972 fu chiamato alla sovrintendenza della Scala e, con Massimo Bogianckino e Claudio Abbado, sviluppò il dialogo con le forze della cultura, con gli studenti e con le realtà produttive, con una serie di rapporti culturali con l’Unione Sovietica, il Giappone e l’America del Nord.

Grassi nel gennaio 1977 lasciò Milano per trasferirsi a Roma come nuovo presidente della Rai-Tv, poi fu nominato presidente della Rai-Corporation, e qualche tempo dopo divenne il presidente del Gruppo editoriale Electa, dove riprende con grande passione la sua attività editoriale.

Per i suoi meriti artistici ricevette: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, la Legion d’Onore, l’Ordine Arts et Lettres e l’Ordre National du Merite, conferitegli dal Governo Francese e la Gran Croce al Merito della Repubblica Federale, conferitagli dal Governo tedesco.

Paolo Grassi morì a Londra, a 62 anni, la notte del 14 marzo 1981, dopo un intervento chirurgico al cuore.

L’ingresso alla mostra è gratuito.

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