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Capolavoro dell’arte gotica, il Palazzo Ducale di Venezia è una grandiosa stratificazione di elementi costruttivi e ornamentali, che vanno dalle antiche fondazioni all’assetto tre – quattrocentesco dell’insieme, ai cospicui inserti rinascimentali, ai segni manieristici.

E’ formato da tre grandi corpi di fabbrica che hanno inglobato e unificato precedenti costruzioni, l’ala verso il Bacino di San Marco, ricostruita a partire dal 1340, l’ala verso la Piazza con la Sala dello Scrutinio e l’ala rinascimentale, con la residenza del doge e molti uffici del governo, ricostruita tra il 1483 e il 1565. 

L’ingresso di Palazzo Ducale è la Porta del Frumento che si apre sotto il porticato della facciata trecentesca prospiciente il Bacino San Marco.

I primi insediamenti stabili nella laguna veneta risalgono con ogni probabilità a un momento successivo alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476) e furono considerati vere e proprie postazioni d’avamposto dell’Impero Bizantino.

All’inizio del IX secolo, la città di Venezia acquistò una maggiore autonomia, favorita dalla lontananza della capitale e sottolineata anche dal punto di vista religioso.

Nell’810 il doge Angelo Partecipazio spostò la sede del governo dall’isola di Malamocco alla zona di Rivoalto (l’attuale Rialto).

A questa fase risale la scelta di far edificare Palazzo Ducale, con come modello il palazzo di Diocleziano di Spalato, anche se delle strutture del IX secolo nulla è sopravvissuto.

Nel X secolo il palazzo fu parzialmente distrutto da un incendio e la ricostruzione che ne seguì venne voluta dal doge Sebastiano Ziani (1172-1178) con una costruzione più aperta, per aderire alle nuove esigenze di una struttura politica, economica, sociale in espansione.

Verso il 1297 i mutamenti politici videro un considerevole aumento del numero delle persone aventi diritto a partecipare all’assemblea legislativa, da quattrocento a milleduecento.

I lavori che condurranno Palazzo Ducale all’aspetto attuale iniziarono intorno al 1340 sotto il doge Bartolomeo Gradenigo (1339 – 1343) e interessarono l’ala verso il molo.

Nel 1483 un grosso incendio divampò nel lato del palazzo affacciato sul canale, che ospita l’Appartamento del Doge, dando vita a una serie d’importanti lavori, affidati ad Antonio Rizzo, che introdusse nel Palazzo il linguaggio della Rinascenza.

Le funzioni del Palazzo Ducale, simbolo e cuore della vita politica e amministrativa lungo tutto l’arco della millenaria storia della Repubblica di Venezia, cambiarono a partire dal 1797, anno in cui la Serenissima cade.

Da allora ci furono in città la dominazione francese e quella austriaca, fino all’annessione all’Italia, nel 1866.

In questo periodo il palazzo fu sede di diversi uffici, oltre a ospitare per quasi un secolo, la Biblioteca Nazionale Marciana e altre importanti istituzioni culturali della città.

A fine Ottocento il governo italiano decretò un ingente finanziamento per provvedere a un radicale restauro del complesso, con la rimozione e sostituzione di molti capitelli del porticato trecentesco, che, restaurati, costituiscono oggi il corpus del Museo dell’Opera.

Furono inoltre trasferiti tutti gli istituti, ad eccezione dell’Ufficio statale per la tutela dei monumenti, che ancor oggi vi risiede, come Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Venezia e Laguna.

Nel dicembre del 1923 lo Stato, proprietario dell’edificio, affidò al Comune di Venezia la gestione del palazzo, aperto al pubblico come museo.

Dal 1996 Palazzo Ducale è a tutti gli effetti, una parte del sistema dei Musei Civici di Venezia.