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La santa che visse negli anni del papa lontano da Roma…

Caterina nacque a Siena nel popolare rione di Fontebranda, nel cuore della contrada dell’Oca il 25 marzo 1347, ventitreesima figlia del tintore Jacopo Benincasa e di Lapa Piagenti.

Il suo carisma mistico si rivelò molto presto, tanto che a soli sei anni disse di aver visto, sospeso in aria sopra il tetto della basilica di San Domenico, Gesù seduto su di un trono, vestito con abiti pontificali insieme ai santi Pietro, Paolo e Giovanni.

A sette anni fece voto di verginità, rinunciando a tutti i piaceri che avevano a che fare con il corpo, passando il cibo di nascosto ai fratelli o distribuendolo ai gatti di casa.

Verso i dodici anni i genitori decisero di trovarle un marito, ma Caterina non accettò l’idea, al punto di tagliarsi i capelli, poi si coprì il capo con un velo e si chiuse in casa, e venne costretta a pesanti fatiche domestiche dal padre.

Un giorno, però, il padre vide che una colomba si posò sulla testa di Caterina, che era intenta a pregare, e capì che il suo fervore non era il frutto di un’esaltazione ma si trattava una vocazione sincera.

A sedici anni, spinta da una visione di San Domenico, Caterina prese il velo del terz’ordine domenicano, pur continuando a restare nella casa dei genitori, oltre a occuparsi dei lebbrosi presso l’ospedale locale.

La sua fama divenne tale che attorno a lei si raccolse un gran numero di chierici e laici, che presero il nome di Caterinati.

Preoccupati, i domenicani sottoposero Caterina a un esame per appurarne l’ortodossia e, quando lo superò brillantemente, le assegnarono come direttore spirituale Raimondo da Capua.

Nel 1375 fu incaricata dal Papa di predicare la crociata a Pisa e, mentre era assorta in preghiera in una chiesetta del Lungarno, oggi di Santa Caterina, ricevette le stimmate che rimasero visibili solo a lei.

Un anno dopo Caterina venne incaricata dai fiorentini di intercedere presso il pontefice per far togliere la scomunica che si erano guadagnati per aver creato una lega contro lo strapotere dei francesi. Caterina si reca ad Avignone con le sue discepole, un altare portatile e tre confessori e convinse il Papa, ma nel frattempo la situazione era cambiata e il nuovo governo fiorentino ignorò la sua mediazione.

Nonostante tutta la ragazza di Siena convinse il papa, dopo anni di esilio, a rientrare a Roma.

Caterina nel 1378 venne convocata a Roma da Urbano VI perché lo aiutasse a ristabilire l’unità della Chiesa, contro i francesi che a Fondi avevano eletto l’antipapa Clemente VII.

Arrivata a Roma con i suoi discepoli e discepole, la santa lo difese strenuamente per poi morire, ormai sfinita dai lunghi viaggi, il 29 aprile 1380, a trentatré anni.

Caterina lasciò circa quattrocento lettere scritte ai potenti del suo tempo e un Dialogo della divina provvidenza, considerata una delle più notevoli opere mistiche di tutti i tempi.

La figura di Santa Caterina da Siena ha ispirato gli artisti, che l’hanno ritratta il con l’abito domenicano, la corona di spine, reggendo in mano un cuore o un libro, un giglio o il crocefisso o una chiesa.

Venne canonizzata da Pio II nel 1461, fu proclamata patrona d’Italia nel 1939 da Pio XII, con San Francesco d’Assisi, nel 1970 venne dichiarata dottore della Chiesa da Paolo VI e Giovanni Paolo II il 1 ottobre 1999 la fece compatrona d’Europa, oltre ad essere la protettrice delle infermiere.