Il chitarrista dei Beatles George Harrison, non è stato solo uno dei migliori solisti di sempre, ma del suo “attrezzo” è stato un proprio cultore, in tutti i sensi.

Negli anni si era costruito una collezione di chitarre fantastica, con pezzi unici e storici, suonati ai tempi dei Beatles, nella sua carriera da solista o donate da amici come Eric Clapton.

La sua passione per le “sei corde” risale fin dall’adolescenza, prima ancora che di entrare nei Querryman che poi diventarono i Beatles. Una passione che fu il trait d’unione tra lui e Paul McCartney, sul bus che li riportava a casa da scuola e cementò la loro amicizia.

Passione e talento per la chitarra, che impressionò John Lennon, quando McCartney glielo presentò, praticamente fu il momento in cui nacquero i futuri Beatles.

Le chitarre della collezione di George Harrison sono iconiche non solo per quello che rappresentano per la musica pop-rock, delle vere reliquie sacre per molti.

Dal 2012 il figlio di George, Dhani Harrison, per cui quelle stesse chitarre sono soprattutto cimeli di famiglia, ha deciso di renderle pubbliche sfruttando la tecnologia moderna.

Grazie all’app “The Guitar Collection, George Harrison” per iPad, le varie chitarre possono essere selezionate una per una. E in questi giorni l’app è stata aggiornata. Le chitarre sono così a disposizione di chiunque, per ammirarle on line e ascoltarle suonare via web con molti dettagli.

Troviamo la storia di ogni chitarra in dettaglio, inclusa l’origine, quando e com’è entrata a far parte della collezione di Harrison, dove e quando è stata utilizzata, quali pezzi sono stati realizzati e in che concerti è stata suonata.

La sezione video contiene anche filmati di Ben Harper, Josh Homme, Mike Campbell e Dhani Harrison che suonano le chitarre ed esplorano le loro sensazioni e il loro tono.

Per esempio si possono ammirare le immagini della storica Rickenbacker 360/12 a 12 corde o della Fender Stratocaster dipinta con colori DayGlo denominata Rocky.

Immagini che possono essere manipolate e ruotate da ogni angolazione; i dettagli numerati mostrano le modifiche apportate agli strumenti e, nei file audio di accompagnamento, Harrison racconta storie di come ha acquisito le chitarre come per la storica Duo Jet Gretsch che acquistò da un marinaio a Liverpool per circa 70 sterline nel 1961.

Nella collezione sono presenti anche alcuni strumenti personalizzati, tra cui una chitarra acustica a 12 corde prodotta da Zemaitis.

Ecco alcuni dei modelli visibili sull’app e presenti nella collezione.

La Gibson ES-5, la sua leggendaria Rickenbacker 360/12 elettrica del 1963, una versione in palissandro della Fender Telecaster e la Gibson J-160 acustica/elettrica, che Harrison usò spesso negli anni 60 e rese famosa.

L’Epiphone E230TD (V) Casino, la chitarra che ha suonato in molte esibizioni dal vivo e nel tour finale dei Beatles nel 1966 e nell’ultimo concerto in assoluto al Candlestick Park a San Francisco.

La Rickenbacker 360-12 Fire-glo del 1963 con cui registrò “I Should Have Known Better”,  “I Call Your Name” e usò anche per “A Hard Day´s Night”.  Con l’arrivo della sua seconda 360-12, un anno e mezzo dopo, Harrison smise di usare questa chitarra.

La Gibson ES 345, che Harrison suona nel video promozionale “Revolution”, lo stesso modello che Eric Clapton suona su “While My Guitar Gently Weeps”.

La Gibson 345TD, usata nel 1965 per “Day Tripper” e per “We Can Work It Out”.

La famosa Fender Stratocaster “Rocky”, originariamente acquistata da Brian Epstein, il manager dei Beatles e consegnata poi a Harrison. Il suo colore originale era Sonic Blue, ed è stata ampiamente utilizzata nel sesto album della band, Rubber Soul.

Nel 1967 Harrison la dipinse dandole un tocco psicadelico con colori DayGlo e la soprannominò “Rocky”. Chitarra che nel 1967, si vede nel video di “I Am The Walrus” nel “Magical Mystery Tour”.

La Gibson Les Paul standard del 1957, conosciuta anche come “Lucy”, un regalo di Eric Clapton a George nel 1968. Questa chitarra inizialmente era color oro ma fu rifinita in rosso ciliegia, guadagnandosi il soprannome di “Lucy”.

Altra chitarra è la Fender Telecaster Rosewood, utilizzata per registrare “Abbey Road” e anche “Let It Be”.

La Fender Telecaster solidbody del 1968, in palissandro con la parte centrale in acero, era un regalo della Fender e uno dei soli due esemplari prodotti.

Arrivò agli EMI Studios in dicembre, direttamente dalla fabbrica negli USA. Strumento usato per realizzare Let It B e che Harrison sfoggia nel famoso concerto sul tetto, ultima apparizione pubblica dei Beatles. Ricomprata poi da Oliva Harrison, la vedova di George nel 2003 a un’asta a Hollywood per più di 470.000 dollari.

George Harrison