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The indeterminacy of an encounter di Nina Carini è l’installazione site specific, ambientale e sonora, concepita dall’artista nel corso della tredicesima edizione di Meteorite in Giardino (23 giugno – 26 settembre ) di Fondazione Merz curata da Maria Centonze e Agata Polizzi, con il nome di Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.

La rassegna si propone di essere un momento di mediazione tra presente e futuro, tra i limiti che dividono il senso di appartenenza al concreto e la profonda necessità di esplorare, contemplare e costruire attraverso l’arte, una visione liberatoria.

The indeterminacy of an encounter di Nina Carini, unisce il cielo e la terra in uno specchio d’acqua in cui vibrazioni sonore imprevedibili e profonde arrivano da un misterioso altrove, mentre luce, suono e materia diventano microcosmi in cui abitare.

Il tutto in una tensione in cui lo sguardo perde orientamento, non riconosce più i punti cardinali, la perdita di equilibrio porta alla contemplazione ed è lì che avviene l’incontro.

Forse l’infinito è un mondo dove scorre qualcosa, come l’acqua e la sua voce, che rotola senza fine come il tempo dentro un cerchio creando una composizione di suoni organici che evoca una spirale sonora, l’origine e la nascita.

Nina Carini nasce a Palermo nel 1984 e ha frequentato l’Accademia Cignaroli di Verona, dove ha conseguito la laurea triennale e quindi l’Ecole nationale supérieure des beaux-arts de Lyon e l’Accademia di Brera di Milano, dove ha ottenuto la laurea specialistica.

Ha mosso i suoi primi passi nel mondo pittorico, per superare rapidamente la specificità dei singoli linguaggi e per reinventare il senso del medium, che di volta in volta ha utilizzato.

Le sue non sono forme fisse nel tempo ma varcano, anzi, i propri limiti, con un particolare sviluppo nella performance e nel video, che sono delle forme d’indagine sperimentali, perché rappresentano la forma con cui tenta di dare risposta ai quesiti esistenziali che l’assillano.

Il tema dell’identità attraverso l’immagine è una costante per un’approfondita indagine sul linguaggio, sul senso della parola sia da un punto di vista intimo che più ampiamente sociale, in relazione al nostro tempo storico, visto come un passaggio fluido nel quale è il suono a riempire lo spazio e lo spazio a farsi sociale, relazione accresciuta tra interno ed esterno.

Psicologia, scienza, sociologia, arte, teatro e cinema sono parte del patrimonio intellettuale e visivo di Nina Carini, da cui attinge di volta in volta, dando vita a opere in cui la speculazione scientifica, l’immagine e la poesia s’incontrano in un unicum inscindibile.