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Cento anni dalla nascita di uno dei simboli della commedia italiana…

Ugo Tognazzi nacque a Cremona il 23 marzo 1922, primogenito di un assicuratore, e a quattordici anni fu costretto ad abbandonare gli studi per lavorare negli stabilimenti del Salumificio Negroni.

Appena diciottenne Ugo cominciò a recitare nelle recite della filodrammatica cittadina, presso il Dopolavoro, attività che durante la guerra, chiamato alle armi nei ranghi della Marina, lo condusse a La Spezia, impiegato nelle attività d’intrattenimento dei soldati.

Nel settembre 1943 tornò a Cremona, determinato a continuare la sua attività artistica organizzando spettacoli di rivista nelle ore libere dal lavoro presso l’Ufficio Ammasso e Fieno.

Ma la provincia gli stava stretta, così si spostò nel 1945 a Milano in cerca di fortuna e, grazie a un concorso per dilettanti, ebbe la prima scrittura con la compagnia di Wanda Osiris:

Dopo la fine della guerra, trovo una nuova scrittura con la compagnia di Erika Sandri, che lo portò in giro per l’ltalia, dal nord al sud, con Viva le donne di Marchesi.

Fu l’inizio di un’intensissima stagione che, fino al 1956, lo vide impegnato in un crescendo di successi, mentre debuttò nel cinema con I cadetti di Guascona di Mario Mattoli.

Il 1955 fu un anno cruciale per Tognazzi, grazie al successo televisivo che lo vide protagonista, in coppia con Raimondo Vianello, di Un due, tre, il fortunatissimo varietà della Rai che lo impegnò sino al 1959.

La vera svolta alla sua carriera giunse con Il federale di Luciano Salce del 1961 e, con la sua brillante caratterizzazione del graduato delle brigate nere Primo Arcovazzi, rivelò finalmente anche sul grande schermo le sue doti d’interprete della stagione d’oro della commedia italiana.

Ma fu soprattutto con Marco Ferreri che interpretò lavori fondamentali di quegli anni come Una storia moderna: l’ape regina, La donna scimmia, Controsesso e Marcia Nuziale.

L’ultimo scorcio dei Sessanta vide Tognazzi impegnato in collaborazioni con Pietrangeli, Germi, Giraldi, Scola e Pasolini.

Gli anni Settanta lo videro interprete sempre più acuto, con Mario Monicelli in Romanzo popolare e Amici miei, con Lattuada per il pungente Venga a prendere il caffè da noi, mentre con Risi realizzò ln nome del popolo italiano, La stanza del vescovo e Primo amore.

Per Tognazzi gli anni Ottanta cominciarono con la Terrazza di Ettore Scola, ma soprattutto con lo straordinario Tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci che gli procurò il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes, oltre a Ultimo minuto di Pupi Avati.

Ugo in quegli anni torna a calcare il palcoscenico accettando l’invito di Strehler a Parigi per recitare in francese alla Comédie Française i Sei personaggi in cerca d’autore e poi portando in scena in ltalia L’avaro di Molière con la regia di Missiroli e M. Butterfly a Milano.

L’attore morì per un ictus il 27 ottobre 1990, a sessantotto anni, reduce dal set della serie Rai Una famiglia in giallo.