yukio mishima

Lo scrittore che raccontò il Giappone del secondo dopoguerra…

Nato il 14 gennaio 1925 a Shinjuku, Tokyo, Giappone, Yukio Mishima era il primo dei tre figli del funzionario governativo Azusa Hiraoka e sua moglie Shizue.

Durante la sua infanzia, Mishima visse con la nonna paterna, Natsuko Hiraoka, che proveniva da una famiglia aristocratica e viveva seguendo lo stile della buona borghesia giapponese.

L’educazione della nonna ebbe un profondo effetto sulla letteratura e sulle idee politiche di Mishima.

All’età di dodici anni, Mishima tornò a vivere con i suoi genitori, il padre  aveva deciso di crescere i figli secondo la disciplina militare, i ragazzi erano severamente puniti per qualsiasi comportamento scorretto.

Lo scrittore intanto sviluppò un profondo interesse per la letteratura europea e il suo primo racconto pubblicato fu Fiori di acetosa: la memoria della prima infanzia di Akihiko (1938).

Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, Mishima aveva già pubblicato diversi racconti, non dovette combattere in guerra perché un giovane medico dell’esercito gli diagnosticò erroneamente la tubercolosi.

Laureatosi all’Università di Tokyo nel 1947, lo scrittore cominciò a lavorare presso il ministero delle finanze, ma si dimise solo un anno dopo, per diventare scrittore a tempo pieno.

Nel 1948 venne pubblicato il suo primo romanzo, Ladri, su due giovani aristocratici che alla fine scelgono il suicidio, libro che lo collocò subito tra i grandi scrittori del dopoguerra giapponese di seconda generazione.

In Confessioni di una maschera (1949) il protagonista della storia, un giovane omosessuale, deve nascondere ciò che prova dietro una maschera per evitare di essere ostracizzato dalla società.

Nel corso della sua carriera, Mishima scrisse circa 50 opere teatrali, 25 libri di racconti, 35 libri di saggi, 34 romanzi e un libretto, oltre alla sceneggiatura di un film e tradusse diverse commedie europee, tra cui Britannicus di Racine (1957) e Salome di Oscar Wilde (1960).

Mishima ebbe molti ammiratori in Europa e Nord America e fece lunghi viaggi in entrambi i continenti.

Nel 1968, lo scrittore fondò il Tatenokai, una milizia che aveva il permesso di addestrarsi con le forze di autodifesa giapponesi.

Il 25 novembre 1970, Yukio e altri quattro membri del Tatenokai entrarono nel campo di Ichigaya, il quartier generale di Tokyo del comando orientale delle forze di autodifesa del Giappone e presero in ostaggio il comandante.

Successivamente lo scrittore uscì sul balcone e tenne un discorso ai soldati, chiedendogli di unirsi ai Tatenokai in un progetto allo scopo di ripristinare l’imperatore ai poteri che aveva prima della Seconda Guerra Mondiale.

Ma i soldati, deludendo lo scrittore, se ne andarono e Mishima, con il suo sogno infranto, tornò nell’ufficio del comandante ed eseguì il seppuku, cioè il suicidio rituale giapponese, assieme al suo più fedele collaboratore, mentre i tre sopravvissuti furono arrestati dalla polizia.