Gino Di Maggio nato a Novara di Sicilia nel 1940, è raccontato dalla prima mostra che gli è stata dedicata, agli Abattoirs di Tolosa, fino al 30 agosto. E’ la scoperta di un grande personaggio nel panorama dell’arte, rimasto poco noto al grande pubblico.

Il ruolo di Di Maggio è stato fondamentale per la scena artistica italiana e internazionale, a partire dagli Anni Cinquanta e Sessanta poiché da una sua idea nasce a Milano, nel 1989, Mudima, la prima Fondazione italiana per l’arte contemporanea, che da subito si pose come un luogo di produzione di cultura dove l’artista, oltre il rapporto con il mercato, potesse tornare a fare ricerca. Ruolo mantenuto oggi dalla fondazione, gestita dai due figli di Di Maggio, la cui vocazione principale è quella legata alla produzione e all’edizione.

E questa raccolta d’arte nasce dal sostegno che, nel corso degli anni, è stato dato ai vari artisti che hanno esposto negli spazi milanesi, per una vita spesa tra la sperimentazione e il piacere delle relazioni e dei rapporti umani, messa a disposizione dell’intera comunità.

È la prima volta che le opere di Di Maggio sono esposte in maniera sistematica, mentre in passato qualcuna è stata presentata al Mudima, come oggetto di pubblicazioni editoriali.

La mostra, suddivisa in undici sezioni, con la navata centrale che è una Sala Fluxus, testimonia un gusto particolare per la performance, la ricerca sull’interdisciplinarietà nell’arte e la sperimentazione musicale in cinquanta artisti, da Yoko Ono a César, da John Cage a Kazuo Shiraga, da Lee Ufan a Robert Filliou e da Daniel Spoerri a Ben Vautier, tra Futurismo, Fluxus, Nuovo Realismo, Mono-ha, Gutai e Arte Cinetica italiana.

Queste pitture, sculture, fotografie, disegni, installazioni, video, raccontano non solo le relazioni e i rapporti intrattenuti da Gino Di Maggio con gli artisti, ma anche ricordi, aneddoti e frammenti di vita.

Un posto d’onore, nell’esposizione, è riservato al Futurismo, con i manifesti raccolti da Di Maggio, in Italia e all’estero, come punto di partenza in quest’avventura nel mondo dell’arte.

Infatti fu proprio a Tolosa, nel 1909, che Filippo Tommaso Marinetti presentò per la prima volta il suo celebre manifesto, generando nella comunità locale un contromovimento.

Quella degli Abattoirs è un’occasione non solo per rivedere artisti internazionali e italiani conosciuti, come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Mario Merz e Alighiero Boetti, ma anche per conoscere autori come Gianni Bertini, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Fausta Squatriti, da sempre supportati nel loro lavoro dalla Fondazione Mudima.