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Un marchio simbolo di Firenze…

La Gucci fu fondata a Firenze nel 1921 da Guccio Gucci come azienda per la produzione di pelletteria, guanti e valigeria e due anni più tardi ci fu il primo marchio della casa di moda che rappresentava solamente il nome del fondatore, derivato dalla sua firma.

Guccio Gucci (1881-1953), figlio di un fabbricante di paglie, già da giovanissimo, si trasferì prima a Parigi e poi a Londra dove, lavorando come liftboy (ragazzo addetto all’ascensore) al Savoy Hotel, fece proprio il gusto del bello e dell’eleganza dell’alta società europea e non solo. Approfondì lo stile inglese, i cavalli e tutto il mondo legato all’equitazione che con il passare degli anni divenne un simbolo del marchio. Tornò a Firenze nel 1932, solo dopo aver lavorato e accumulato ulteriore esperienza presso la ditta Franzi di Milano. Aprì un primo negozio e un piccolo laboratorio in via della Vigna 7 e via del Parione 11 a Firenze, dove vendeva articoli da viaggio e selleria. Cinque anni dopo, produceva, in un suo stabilimento ancora artigianale di Lungarno Guicciardini, borse, valigie e articoli sportivi. Molti dei clienti sono aristocratici con la passione per i cavalli, e le loro richieste di abbigliamento da equitazione spingono Gucci a sviluppare alcune sue idee esclusive che diventeranno negli anni dei veri e propri simboli di riconoscimento dell’azienda: la miniatura del morso da cavallo, costituita da un doppio anello congiunto da una barretta, e il nastro a trama verde-rosso-verde che riprende il tradizionale sottopancia delle selle.

Nel 1938 il grande salto a Roma, dove nella centrale via Condotti, apre un negozio che in breve tempo diventerà un punto di riferimento soprattutto per la clientela straniera.

Durante il periodo dell’autarchia, con la sua fantasia e l’esperienza maturata in giro per l’Europa, seppe fare fronte alla carenza di materie prime in Italia con l’introduzione di materiali come canapa, lino, juta e il celebre bambù, meno costosi dei consueti pellami che aumentarono ulteriormente l’originalità del marchio. E proprio in questo periodo con questi materiali alternativi, negli anni successivi nacque la notissima borsa Bamboo, una delle più iconiche della griffe.

Nel ’39, entrano nell’attività i quattro figli Aldo, Vasco, Ugo e Rodolfo che portarono negli anni a seguire un ulteriore sviluppo dell’azienda.

Gli anni immediati del secondo dopoguerra rappresentarono un momento di svolta per la griffe che si espande ulteriormente. Tratto distintivo diventò il nastro rosso-verde, di diverse grandezze, in lana o cotone, per gli articoli in cuoio naturale e in blu-rosso-blu per pellami colorati.

Rodolfo Gucci inaugura nel ’51 il negozio di Milano in via Montenapoleone 5, con l’azienda che si rafforza ulteriormente in Europa.

Nel ’53 il vecchio laboratorio artigianale fiorentino sul Lungarno Guicciardini, si trasferisce nei locali di Palazzo Settimanni in via delle Caldaie. Nella metà degli anni Cinquanta fu aperto il primo negozio Gucci negli Stati Uniti, precisamente a New York, nella 58° strada, voluto fortemente da Aldo Gucci. Da qui partì il successo internazionale del brand.

I prodotti del marchio si affermarono in tutto il mondo per il design esclusivo e il simbolo del lusso del Made in Italy riuscendo a conquistare artiste come Maria Callas, star del cinema come Audrey Hepburn e il jet set con Jackie Kennedy e la duchessa di Windsor. La borsa Bamboo, il mocassino con il morsetto nel 1952, e il foulard Flora nel 1966 creato appositamente per Grace Kelly, diventarono qualcosa in più di uno status symbol. È in questi anni di grande successo di stile e imprenditoriale che il fondatore Guccio morì con i figli che presero in mano le redini dell’azienda, sempre con una forte impronta artigianale. Nel 1955 allo storico marchio si sostituisce un cavaliere in armatura, sempre con una valigia e una borsa da viaggio, integrato nello stemma araldico che rimanda direttamente al medioevo e al rinascimento fiorentino. Nello scudo, sopra il cavaliere, sono raffigurati una rosa e un timone a simboleggiare rispettivamente il gusto e l’imprenditorialità della famiglia. E’ anche il periodo in cui l’azienda per decisione di Aldo decise di usare il logo GG, a indicare le iniziali del fondatore, come motivo ornamentale per una stoffa in tela di cotone, chiamata GG Canvas. Logo che viene riproposto in diverse fogge: fuse in un cerchio, contrapposte, invertite e in forma astratta. fogge: fuse in Un successo continuo che portò negli anni a una rapida apertura di negozi monomarca nel mondo, Londra e Palm Beach (’61), Parigi (’63) e Beverly Hills (’68).

Dopo la drammatica alluvione di Firenze del novembre 1966, Gucci lasciò le vetrine di via della Vigna per traslocare in via Tornabuoni. Nel 1971 si ha l’apertura della fabbrica di Scandicci, nella periferia fiorentina, con il brand che decise di introdurre i capi di abbigliamento alle collezioni, seguiti poco dopo dalle fragranze personalizzate.  Questo portò a un’ulteriore estensione della rete dei negozi monomarca con Chicago (’71), Tokyo (’72) e Hong Kong (’74).

La prima sfilata di moda Gucci è nel 1981 a Firenze, cui seguirono però anni difficili con calo d’immagine e vendita, con la guida che passò nelle mani del figlio di Rodolfo, Maurizio. Nell’89 la Finanziaria anglo-araba Investcorp acquistò il 50% delle azioni, di proprietà di Aldo e dei suoi discendenti, mentre Maurizio mantenne il restante 50% e la presidenza dell’azienda fino al 1993, anno in cui cedette a Investcorp tutto il suo pacchetto azionari

Il marchio rinasce sotto la guida dell’AD. Domenico De Sole e dello stilista americano Tom Ford, che fino a quel momento aveva disegnato la linea femminile, introducendo  novità assolute per il marchio come inserti metallici, pelliccia, tagli assimetrici per uno stile più aggressivo e sensuale, portando l’azienda nel futuro. Nel marzo 1999 venne approvata un’alleanza strategica con il gruppo francese Pinault-Printemps-Redoute (Ppr) per la creazione di un polo multimarca nell’industria mondiale del lusso.

Agli inizi degli anni 2000, Gucci Group continuava la sua crescita impetuosa, portandola ad acquisire diversi marchi di lusso, tra cui: Sergio Rossi (calzature), Alexander McQueen, Bedat & Co., Bottega Veneta, Stella McCartney, Balenciaga e JV australiana.

Nel novembre 2001, il marchio debuttò, a Mosca, con il flagship store nella centralissima in Tretyakovsky Proyezd. Seguirono poi la boutique in Madison Avenue, la terza apertura parigina, al numero 60 di Avenue Montaigne, che si aggiunse a quelle di Faubourg Saint Honoré e di rue Saint Honoré. Del periodo è anche il nuovo megastore in via Montenapoleone a Milano, ristrutturando il vecchio negozio cui si aggiunsero altri spazi, per un complesso di quattro piani complessivi.

Nel 2003, Gucci conta nel Giappone, sette punti vendita e ben 37 shop-in-shop, realizzando il 20% del proprio fatturato. A novembre il gruppo annunciò che Domenico De Sole, Presidente e direttore generale del gruppo Gucci, e Tom Ford, direttore creativo lasciavano.

Per circa un anno la direzione creativa passa ad Alessandra Facchinetti (figlia di uno dei componenti dei Pooh), poi dal marzo 2005 toccò a Frida Giannini che fino a quel momento disegnava borse e accessori per il marchio, oltre alla linea Première di abiti da sera che le star internazionali cominciano a indossare sui red carpet.

Nel 2011, per il 90° anniversario di Gucci, l’azienda ha creato il Gucci Museo nel palazzo in cui era presente il Tribunale della Mercanzia in Piazza della Signoria a Firenze.

Nel 2013, Gucci vendette la maggior parte delle azioni a Kering. gruppo internazionale che opera nel settore del lusso con sede a Parigi evoluzione del precedente Pinault-Printemps-Redoute.

L’anno seguente, dopo la sfilata primavera/estate 2015, dopo sei anni, Frida Giannini lascia Gucci a causa del calo delle vendite, con il conseguente abbandono anche di Patrizio di Marco, amministratore delegato.

Il nuovo cambio d’immagine della griffe arriva nel gennaio 2015 con l’avvento di Marco Bizzarri come nuovo Ceo e dello stilista romano Alessandro Michele, le cui creazioni vincono il premio International Fashion Designer of the Year.

Da questo periodo le nuove campagne Gucci hanno il filo conduttore di giovinezza, allegria e spensieratezza.

Nel 2016 una campagna pubblicitaria della griffe, per una rivista di settore italiana, vide come sfondo il Naviglio Grande, nel parco del Ticino, nel tratto tra Turbigo con la sua centrale termoelettrica, l’antico lavatoio di Castelletto, la dogana austriaca, le ville, i ponti in pietra, le storiche alzaie, dando un impulso notevole al lancio turistico della zona

Dal 2019 il nuovo monogramma Gucci impreziosisce gli accessori come gioielli e borse; presenta le due G sovrapposte e rivolte entrambe a destra.  A oggi il gruppo Gucci possiede 522 negozi in tutto il mondo e conta oltre 10.000 dipendenti.